Sembra una barzelletta e invece non è così: c’è il rischio concreto che l’UE multi la FIP per il regolamento attuale, che richiede almeno 5 giocatori di formazione italiana a referto.
Secondo l’articolo de ilfattoquotidiano.it, dopo una denuncia anonima (non si sa se fatta partitre da un club o da un procuratore) la FIP sarebbe finita sotto inchiesta, con una procedura d’infrazione in dirittura d’arrivo visto che il segretario generale della Federazione, Maurizio Bertea, spiega: “Il procedimento è anche in fase abbastanza avanzata presso la Commissione Lavoro. Siamo preoccupati delle possibili conseguenze. Quello europeo è un ordinamento giuridico superiore, a cui non potremmo che sottostare”, prosegue. In caso non vengano accettate le richieste della UE, lo Stato e dunque il Coni e la FIP andrebbero incontro ad una multa piuttosto salata. “Parliamo di milioni di euro, cifre insostenibili per le casse federali”. “La linea del presidente Petrucci è resistere. Ma non possiamo permetterci un muro contro muro.”
Arriveremmo quindi al paradosso di essere multati per limitare la libera circolazione dei lavoratori, per una norma che comunque non favorisce gli italiani in campo, visto che basta guardare i quintetti delle squadre di Serie A per capire che sono pochissimi quelli che giocano minuti sostanziosi. D’altro canto una norma come quella in vigore obbliga almeno i club ad inserire almeno un paio d’italiani da rotazione, offrendo almeno qualche minuto ai giocatori di formazione italiana. Una strada che potrebbe percorre la FIP è infatti questa, ovvero sostenere che la norma non favorisce i giocatori italiani, ma quelli cresciuti nei vivai italiani. La proporzione rimane probabilmente troppo discriminante: si va da 5 su 12 a 5 su 10.
La strada si preannuncia irta di ostacoli, sopratutto perché stiamo per entrare nella fase più viva del mercato e si rischia il solito pasticcio all’italiana, con i club e i giocatori che non sanno come muoversi, visto il rischio concreto che la FIP debba cambiare il regolamento in corsa.