Spagna2014: Ginobili ci ripensa e parteciperà ai mondiali: “Sentivo che il mio ciclo non era finito”
Manu l’intramontabile: uno dei tanti aggettivi adatti all’argentino che più di tutti ha fatto impazzire il mondo cestistico, dalla sua nazione al resto del pianeta. Ginobili ,dopo il quarto anello NBA conquistato, non molla di un centimetro, a dispetto di coloro che lo ritengono sempre prossimo al rimonto anni orsono, e annuncia il suo ritorno con la camiseta argentina, per i mondiali in Spagna2014.
La notizia ha mandato in visibilio i supporters di casa, che per l’ultima volta, potranno ammirare i talenti de “El Narigon”, che al termine dell’ultima Olimpiade aveva dichiarato di lasciare la Nazionale. Una decisione sofferta ma che nascondeva un lumicino di speranza, che pian piano durante la stagione NBA è divenuta sempre più abbagliante. La condizione fisica non è perfetta, questo si sa, ma la classe del mancino di Bahìa Blanca arricchisce il grande appuntamento mondiale, in programma dal 30 Agosto al 14 Settembre.
Manu, ha rilasciato un’intervista al giornale argentino “La Nacion” in cui spiega i motivi del suo inaspettato dietrofront, che ha sorpreso la maggior parte degli addetti ai lavori, ma non chi realmente conosce la “garra” dell’atleta ex Reggio Calabria e Virtus Bologna nella sua avventura giovanile italiana: “La prima persona che ha saputo della mia decisione è stata mia moglie, prima ancora del C.T. Pop Julio. Il motivo principale per cui continuo a giocare è mia moglie, che ha fatto e fa sforzi ancor maggiori dei miei. Non è facile rinunciare alle vacanze e stare con i miei figli, ma quando saranno grandi capiranno. Non è patriottismo, lo sport non ha niente a che fare con questo. Per la prima volta nella mia carriera non è stata una decisione facile dire di sì. Era venuto il momento di mettere tutte le cose in equilibrio, cerco sempre di dare la mia risposta mesi prima ma questa volta non ho potuto. Ogni volta che ho giocato con la mia nazionale è stato prezioso, anche quando abbiamo perso. Ho comunicato spesso con i miei connazionali e penso che loro avranno immaginato che partecipassi con la selezione. Ho sentito che il mio ciclo non era finito.”