Una fra le partite più corte di questa XXXII Olimpiade. 66-96: gli eroi americani piegano la Serbia di Teodosic dopo dieci minuti di apparente equilibrio.
Devastante il secondo quarto per gli americani che infilano una serie di conclusioni che non fanno altro che mettere in difficoltà gli avversari; al rientro dagli spogliatoi il divario è ampio, la Serbia non riesce a svoltare e la distanza rimane tale a tal punto che per Durant e compagni è solo un’aspettare l’ultima sirena, senza però smettere di dare spettacolo. Proprio Durant, insieme a Cousins, totalizza 43 punti, 30 tutti suoi, sicuramente il migliore della sua squadra. Ma molto bene anche i compagni con anche Thompson in doppia cifra con 12 punti. Basse percentuali per i serbi, mai pienamente in partita: gli unici ad andare in doppia cifra sono Nedovic (14) e il milanese Macvan. Per l’altro uomo di Repesa, Raduljica, solo 7 punti, cos’ come Bogdanovic e 9 per Teodosic, che non ha saputo brillare come nelle partite precedenti. L’America infila il 15º successo olimpico, il terzo consecutivo dopo solo una breve pausa nel 2004 con lo scettro consegnato all’Argentina. Ancora una volta a dettare legge le stelle della Nba, che vincono un titolo al quale tengono e non poco perché li incorona ancora una volta come simbolo della pallacanestro.
Partita al cardiopalma invece la finale per la medaglia di bronzo; l’Australia di Dellavedova riceva applausi su applausi, ma alla fine si deve accontentare della medaglia di legno decretata proprio negli ultimi secondi: la Spagna è infatti bronzo per un solo punto, 88-89. Mills ancora Mvp indiscusso, con la bellezza di 30 punti, ma le emozioni le ha date dall’altra parte Pau Gasol con 31 punti e 11 rimbalzi, 36 anni ma il solito ragazzino quando è sul parquet.
