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WNBA – Elena Delle Donne: “Ho la malattia di Lyme, il Covid per me è pericoloso ma mi chiedono di giocare”

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Conoscete Elena Delle Donne? Se non vi dice nulla il nome, sappiate che è una delle giocatrici più forti della storia.

Nata a Wilmingotn, stato USA del Delaware, il 5 settembre del 1989, Elena Delle Donne ha origini italiane, da parte di un bisnonno di Olevano Romano – zona della provincia di Roma – che sposò un’abruzzese.

Alta 1.96 metri per 85 chilogrammi, è affetta dalla malattia di Lyme (una grave infezione trasmessa dalle zecche,  è un morbo con sintomi che possono andare dalla semplice febbre e spossatezza alla perdita della memoria, paralisi facciale e psicosi) e per il suo impegno nel sensibilizzare la gente sulla patologia è stata insignita dello Star Light Award dalla Lyme Research Alliance.

Si è sposata il 3 Novembre 2017 con la fidanzata di allora, Amanda Clifton, dopo aver fatto coming out in modo quasi clamoroso sulle colonne di Vogue. In quell’occasione annunciò pubblicamente la sua omosessualità, era l’agosto 2016, e con la grande esposizione mediatica riservata al suo matrimonio (diretta Facebook sul profilo The Knot) cercò di aiutare chi ancora, soprattutto nello sport, aveva paura nel dichiarare di essere gay o lesbica.

Delle Donne è soprattutto una delle poche campionesse a stelle e strisce che nei mesi in cui il campionato è fermo non si trasferisce all’estero per guadagnare altro denaro, ma resta a casa rimanendo vicina alla sorella  maggiore Lizzie, sorda, cieca e affetta da paralisi cerebrale, gravissime conseguenze della malattia di Lyme.

La sua storia è stata anche raccontata da La Giornata Tipo nell’Ottobre 2019 quando Elena vinse il Titolo WNBA con le sue Washington Mystics.

Un titolo arrivato dopo una stagione da leggenda: prima giocatrice di sempre ad entrare nel “club del 50-40-90”: 51% al tiro dal campo, 43% da tre, il 97.4% ai liberi.

Vi possiamo dire ora che anche la WNBA, il massimo campionato femminile USA, inizierà la propria stagione 2020 in condizioni simili a quelle della NBA maschile ad Orlando: le squadre saranno riunite tutte in una “bolla”, posizionata sempre in Florida, a Bradenton, e lì giocheranno una versione ridotta della comune annata, fatta di 22 partite totali. La partenza della stagione è prevista per il 25 luglio.

Però Elena non vorrebbe giocare questa stagione. La malattia di Lyme (che vi abbiamo citato prima) la perseguita, e a causa della delicatissima situazione sanitaria in cui versano gli USA e il pericolo che corrono col Coronavirus le persone già affette da precedenti patologie, Delle Donne ha chiesto di non giocare questa stagione.

I dottori della WNBA, come da lei stesso dichiarato a ESPN, non hanno però accolto la sua richiesta: l’MVP della scorsa stagione non ha l’autorizzazione per non giocare. Se vorrà tutelare la propria salute e rimanere a casa, dovrà farlo a discapito del proprio stipendio, di fatto comportandosi come una giocatrice che si rifiuta di scendere in campo.

“Amo la mia squadra, abbiamo avuto una stagione incredibile l’anno scorso, e voglio giocare! La questione però è se la bolla della WNBA sia sicura per me. Il mio medico personale che si occupa della mia malattia di Lyme da anni mi ha avvisata del fatto che sono ad alto rischio di contrarre il coronavirus e avere complicazioni” queste le parole di Elena.

L’atleta ha così deciso di scrivere una lettera su “The Players’ Tribune”.

“La lega a cui ho dato sangue, sudore e lacrime mi ha sostanzialmente detto che i miei dottori hanno torto e che ho torto nel crederli.”

“Prendo 64 pillole al giorno. Sessantaquattro pillole: sono 25 prima di colazione, altre 20 dopo colazione, altre 10 prima di cena e altre 9 prima di andare a letto. Sento che la malattia mi sta lentamente uccidendo. O se non mi sta uccidendo direttamente, allora almeno conosco una cosa per certo: è davvero un male per me. È un ciclo infinito, estenuante e miserabile. Ma Lo faccio comunque. Prendere 64 pillole al giorno è l’unico modo per mantenere le mie condizioni sotto qualsiasi tipo di controllo. È l’unico modo per rimanere abbastanza sani da giocare al gioco che amo”.

Delle Donne si rammarica, nella sua posizione di rilevanza sociale come nota atleta d’elite, di non aver aiutato altri pazienti che vivono la stessa situazione in cui si trova. “Mi dispiace di non aver fatto di più in passato per parlare della malattia di Lyme. È una cosa spaventosa con cui vivere, tuttavia, non molte persone ne sanno molto, e mi assumo la mia parte di responsabilità per questo. Avrei potuto usare la mia piattaforma per aumentare la consapevolezza e migliorare la comprensione. Avrebbe potuto aiutare molto di più”.

Quindi racconta quella che è stata la controversia con la WNBA, il panico che deve giocare è riconosciuto dai suoi medici come un paziente ad alto rischio per il coronavirus. Pensava di essere esente. “Vivo con un sistema immunitario ad alto rischio. Quando la lega ha iniziato a rivedere i casi delle giocatrici per vedere chi dovrebbe ricevere una rinuncia alla salute delle bolle (il che significa che la lega ti scusa dal gioco, ma non Devi rinunciare al tuo stipendio), non pensavo nemmeno che fosse una domanda se sarei stato esente o no. Ho giocato tutta la mia carriera con un sistema immunitario ad alto rischio!”

La giocatrice delle Mystics afferma che ha semplicemente seguito il protocollo e inviato un rapporto ai servizi medici della WNBA. “Il dottore che cura la mia malattia di Lyme ha scritto un rapporto completo, descrivendo dettagliatamente la mia storia medica e confermando il mio stato ad alto rischio. Pochi giorni dopo, il gruppo di medici della lega, senza nemmeno parlare con me o con nessuno dei miei medici Mi ha informata che stavano negando la mia domanda di esenzione per la salute. Ora mi restano due opzioni: posso rischiare la vita … o perdere il mio stipendio. Onestamente? Mi fa male.”

Delle Donne trasuda indignazione nella sua lettera. “Ciò che mi rimane è quanto fa male. La WNBA è stata il mio unico grande sogno nella vita da quando posso ricordare, e che ho dato il mio sangue, sudore e lacrime per otto stagioni, e ora mi dice che ho torto. Sono stupida per aver creduto al mio dottore. Sto fingendo di essere disabile. Sto cercando di non fare il mio lavoro e ancora essere pagata. E non posso fare appello. L’anno scorso ho giocato alle finali con tre ernie del disco. Ho preso 64 pillole giorno, non sono la giocatrice che cerca di evitare di giocare a basket”.

Così conclude Elena Della Donne, che ha anche commentato che non ha preso una decisione se giocherà o meno nel ritorno del WNBA.