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Home Serie A Vlado Micov: “Non mostro mai le mie emozioni. Ma voglio portare l’Olimpia a raggiungere i suoi obiettivi.”

Vlado Micov: “Non mostro mai le mie emozioni. Ma voglio portare l’Olimpia a raggiungere i suoi obiettivi.”

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“Il professore” Vladimir Micov, ala serba 33enne dell’A|X Armani Exchange Olimpia Milano, si racconta in un’intervista a Il Corriere Della Sera.

Sul suo carattere imperscrutabile, sul non mostrare le sue emozioni. «Quando giocavo nel Baskonia, l’allenatore Dusko Ivanovic chiamava il mio agente e diceva: questo ragazzo non parla, non mostra emozioni. Non aveva capito come sono fatto».

Sul 5-2 in Euroleague: «Lavoriamo per andare avanti, ma il cammino è ancora lungo».

Stasera ritrova la sua ex squadra, il Baskonia, quella dove Micov giocò nel 2009 e non parlava. «È indietro, ma in Eurolega non ci sono squadre scarse. Il Baskonia è partito male, ora però ha cambiato allenatore, in campionato ha battuto Gran Canaria. Se vogliamo restare in alto dobbiamo vincere». Sugli infortuni di Nedovic e Della Valle dice: «Gli infortuni fanno parte della vita, tutti gli altri ora devono fare un passo in avanti a cominciare da me. È il momento di dimostrare che siamo in grado di competere a questi livelli. Dovremo giocare una grande partita chiedendo l’aiuto dei tifosi: possono essere decisivi».

E’il suo carattere, come nel momento culminante della stoppata di Andrew Goudelock su Sutton nella finale di gara-5 contro Trento: «Non so che cosa mi sia passato per la testa. Di sicuro un mio errore. Mi è dispiaciuto non avere reazioni, avrei dovuto reagire diversamente perché è stato il momento in cui è cambiata la finale e sostanzialmente con quella partita abbiamo vinto lo scudetto. Rivedendomi, mi è dispiaciuto non esultare».

Chiara la definizione sul suo essere giocatore: «Mi definisco smart, intelligente. Sto imparando a gestire il mio corpo per continuare a essere in grado di giocare a questi livelli anche se non sono più un ragazzino ».

Si ispira a Dejan Bodiroga «Era il mio idolo. Lui ha vinto tutto, io molto meno, però ho sempre cercato di imitarlo nel modo di giocare, nel fare le cose giuste, al posto giusto, al momento giusto».

In nazionale, forte è stata la rottura con Djordjevic: «Per 4 anni ho speso ogni estate per la Nazionale. A 3 giorni dal Mondiale giochiamo questa amichevole con la Nuova Zelanda, vengo sostituito e come sempre, quando esco, do il cinque a tutti i compagni, che abbia giocato bene o male. Djordjevic mi urla ‘Vieni qui, vieni qui e siediti”. Non ho capito bene che cosa fosse successo, mi pareva esagerato. L’ho guardato. E lui mi ha allontanato dicendo che ero persona non gradita. Da quel momento è come se non fossi più esistito».

Non usa i social. «Rapporto inesistente. Mettere gli affari miei in piazza va contro la mia filosofia».

E sul futuro: «Il contratto scade quest’anno, quindi vedremo. Ovviamente ho raggiunto un’età in cui cominci a porti il problema di finire la carriera nel modo giusto. Milano può darmi questa possibilità. E io posso dare tutto per portare Milano a raggiungere gli obiettivi che si è prefissata».

QUI l’intervista integrale.