Dal 19 luglio Pesaro ospiterà i raduni della Nazionale U16 e U17, con la seconda pronta a partecipare ai Mondiali di categoria a Dubai. Giacomo Baioni, pesarese DOC, fa parte dello staff dell’U17 ed è stato raggiunto per un’intervista da Il Resto del Carlino, Edizione Ancona.
Si è parlato sia della Nazionale che della Vuelle, sempre in bilico a causa dei pochi fondi. Pesaro è una città attrezzata per supportare un evento del genere e il nostro arrivo terrà viva una passione che va al di là dell’amore per la Vuelle, qui c’è interesse vero per la pallacanestro e vogliamo colorare l’estate in un posto speciale per il nostro sport.
Sono anche arrivati i primi colpi per la squadra pesarese. Mi piace sentire lo spirito di sfida col quale la Vuelle sta affrontando anche la stagione ventura, la voglia di non far morire il basket in una delle città che ha più passione per questo sport. Spero che riesca a trovare una stabilità economica da aggiungere alla tenacia e alla competenza che hanno già in società. I primi due colpi li ho apprezzati particolarmente: Raspino è un collante perfetto. Giocatore che ha un’anima e una vivacità spiccata, ragazzo che possiede abnegazione e senso di squadra, ottimo acquisto davvero. Quanto a Myles è un bel prospetto: ha fisico, efficace in attacco, buon atteggiamento difensivo, esplosivo adeticamente, assomiglia un po’ al Gaines che abbiamo preso a Caserta.
Proprio a Caserta dove si è partiti un nuovo progetto. Esperienza intensa e bella quella di Caserta, dove ci sono due proprietari con una voglia incredibile e una città che ha ritrovato l’entusiasmo. Abbiamo confermato 6-7 giocatori, con un programma coerente. Il ritorno di Esposito aggiunge esperienza e competenza, non sta facendo pesare a nessuno il suo nome, né la sua carriera. Ed infine una battuta sulla Nazionale, dove ringrazia la Fip, Pianigiani e Capobianco per la fiducia ricevuta. Andremo a Dubai, in un altro mondo cestisti-co, ad affrontare una competizione di alto livello. E indossare la maglia azzurra per me ha un valore, un senso del dovere nei confronti del movimento cestistico, a cui sto dedicando tutto me stesso.
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