Crisi. Budget ridotti. Perdita di competitività. Queste le parole usate per descrivere il pessimo stato di salute del nostro basket negli ultimi anni. Tante piazze, e ci limitiamo alle due serie maggiori, hanno dovuto dire addio a campionati di alto livello. Napoli, Treviso, Bologna (sponda Fortitudo), Montegranaro, Siena con alterne fortune, altre, nonostante il blasone (leggasi Virtus Bologna) hanno messo da parte la tradizione per vivere una presente più tranquillo ma meno sfarzoso.
In quest’ultima categoria va ad inserirsi Roma. Lontani gli anni dello scudetto, della Coppa Campioni, dell’Intercontinentale. Neanche gli ingenti investimenti dell’ingegner Toti ad inizio anni 2000 hanno portato trofei e ormai da quasi un lustro è solo grazie alle intuizioni del gm Alberani (arrivato nel 2012) che la Virtus sta provando a mantenersi a galla. Nessun progetto a lungo termine ma tante idee per ovviare a gap economico-finanziari importanti rispetto ai top-team. Una finale ed una semifinale scudetto negli ultimi due anni con budget molto più bassi rispetto ai concorrenti hanno però solo “nascosto” lo stato di profonda crisi del basket romano. Numerosi, infatti, sono stati gli appelli di Toti rivolti alle istituzioni e all’imprenditoria capitolina, appelli però tutti caduti nel vuoto.
Ed in questo contesto si inserisce, stando a quanto riporta “La Gazzetta dello Sport”, l’operato sottotraccia del presidente del Coni Malagò. L’obiettivo del numero uno dello sport italiano sarebbe quello di coinvolgere l’attuale presidente dell’A.S. Roma James Pallotta nella gestione della Virtus. Pallotta, non estraneo al mondo della palla a spicchi essendo azionista di minoranza dei Boston Celtics, non ha mai nascosto la volontà di creare una vera e propria polisportiva e, stando sempre alla “rosea”, potrebbe essere Gigi Datome, oggi proprio ai Celtics, il testimonial di questa nuova operazione. Fantasia o realtà? Solo il futuro potrà dare una risposta.
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