Venezia vince la Coppa Italia. Missione rivincita compiuta per De Raffaele che festeggia il 73 a 67
Dopo 4 intesi giorni arriva il gran finale di una Final Eight di Coppa Italia all’insegna delle grandissime emozioni. Sopravvissute alle insidie di Quarti e Semifinali, UMANA Reyer Venezia e Happy Casa Brindisi arrivano all’ultima fatica per conquistare il secondo trofeo di stagione caricate dalla voglia di rivincita. I pugliesi guidati da Stone, Brown e Sutton (protagonisti di un simpaticissimo siparietto nel pre-partita che testimonia tutta la gioia di vivere il mondo della palla a spicchi) credono nella possibilità di compiere quanto mancato per un soffio lo scorso anno a Firenze. Coach De Raffaele invece medita di continuare a sorprendere i critici della sua Reyer Venezia dopo una partenza d’annata sottotono. Più di 9000 i tifosi presenti questa sera con 30.000 totali nei 4 giorni.
Partenza da vero All Star Game italico, con errori dettati dalla carica emotiva dei tifosi, capace di far venire i brividi a professionisti del basket italico e continentale. Schermaglie per un equilibrio rotto solo a 3 minuti e mezzo dalla palla a due con l’affondo di Tonut. Brown risponde subito alla guardia oro-granata ma è l’UMANA ad andare in vantaggio forzando il time-out con la bellezza di 4 possessi consecutivi a segno. Prova a incornare il proprio difensore John Brown con una partenza taurina, pancia a terra ma la foga del momento forza l’infrazione di passi. Si iscrive al tabellone delle marcature James Watt, con un altra lettura perfetta degli spazi nel pitturato di una Brindisi che sembra bloccata dalla sfortuna nella metà opposta del campo pesarese. Solo errori dall’arco in 7 minuti per il club pugliese, con un drastico 0 su 5 che permette a Venezia di concretizzare una premeditata fuga in doppia cifra. Spumeggiante l’attacco dei Campioni d’Italia. Un solo errore con il fallo in attacco fischiato in chiusura di periodo a Daye. Sul versante difensivo il pitturato oro-granata assomiglia a Fort Knox per la capacità di presidare ogni millimetro di parquet sotto canestro. Risultato è un bottino di 10 lunghezze per iniziare la seconda metà del primo tempo. Vitucci continua a chiedere il 100% dell’esplosività che ha travolto la Fortitudo ieri sera. De Raffaele non si lascia intimorire e partendo dalla muraglia difensiva lancia incursioni di gran livello. 50% dall’arco altrettanto fondamentale per mantenere il cospicuo vantaggio. L’energia, l’atletismo e la spensieratezza del pre-partita brindisino iniziano a trasformarsi in aggressività e frustrazione quando viene arrestato il possesso pugliese dal fischio su Sutton a certificare il secondo fallo dello statunitense. Come un sol uomo la Reyer continua a colpire da ogni distanza, mettendo sempre più in difficoltà la Happy Casa. A ridare morale ai tifosi brindisini ci prova Banks con la prima tripla di serata che infiamma la Vitrifrigo Arena. Raggiungono entrambe con buon anticipo il bonus per l’accesso diretto in lunetta e ad approfittarne subito è Banks che raggiunge la doppia cifra realizzativa. L’americano conduce Brindisi al recupero quasi completo alla sirena dell’intervallo.
Con i liberi di Watt inizia il secondo tempo della Finale. Kevin Martin riapre invece la corsa per Brindisi che deve però subito fare i conti con una nuova penetrazione questa volta firmata Denicolao. Entra in partita con lunga attesa Austin Daye con una tripla rovente seguita da altri due punti di Watt che costringono ancora al time-out Vitucci. Se Sutton riesce a ritornare importante per il suo team, finalizzando con astuzia una rara sequenza di passaggi e tagli nell’area veneziana, Brown sembra la controfigura del giocatore da Slam Dunk Contest visto ieri contro la Fortitudo. Paga la difesa a zona per Venezia che sacrificando parte della roccisità sotto al tabellone prova a puntare sull’anticipo e l’interruzione dei fraseggi della Happy Casa. Breve interruzione sulle proteste di De Raffaele. Il coach oro-granata non manda giù la chiamata arbitrale per i liberi concessi a Sutton. Grazie a Watt e alla sua ottima serata, ritorna il sereno sulla panchina dell’UMANA. Volata finale tutta in salita per Brindisi che oltre ai 7 punti di svantaggio deve fare i conti con un primo possesso di quarto buttato via per incomprensione su passaggio. Gaspardo mette una pezza con la tripla del -4 chiamando a raccolta Campogrande che risponde al nuovo esame di maturità con altrettanta precisione dalla media e dall’arco per due canestri stellari. Servono i centimetri di Watt e la perla di Daye da tre alla Reyer per sedare il furore brindisino. Stupendo Tonut con un no-look che non si tramuta in assist ma che conduce alla tripla realizzata dall’uomo franchigia oro-granata. Con 3 minuti scarsi sul cronometro, Banks prova a creare l’ultima occasione di far breccia nel muro veneziano. Liberi realizzati e tripla che lasciano spazio al doppio errore dall’arco per la Reyer. In cerca disperata di speranze, Brindisi sembra doversi arrendere alla dea bendata, avversa nei liberi supplementari concessi a Sutton. È Martin a chiedere ai compagni di non mollare ma Austin Daye rompe la tensione degli avversari con un canestro dalla lunga distanza a meno di un minuto dalla fine della competizione. La schiacciata di Bramos certifica la vittoria meritata da parte della Reyer Venezia per 73 a 67.
Impresa compiuta. De Raffaele ottiene soddisfazione dei critici che hanno aspramente messo in dubbio il lavoro di un gruppo impantanato in un’ottava posizione in campionato dopo metà annata. Le vittorie su Virtus, Olimpia e Brindisi costituiscono un cammino di redenzione che si è consumato nella competizione che nella scorsa stagione Brindisi aveva quasi sfiorato come questa sera. Puntare sullo stesso grado di esplosività come nella partita contro la Fortitudo Bologna non ha dato i dividendi sperati da Vitucci sulla distanza dei 40 minuti. Titolo di MVP di serata che per solidità spetta di diritto al solidissimo Watt (17 punti e 10 rimbalzi) ma che non può essere altrettanto negato a Austin Daye, miglior giocatore di tutta la kermesse pesarese.