La storia si ripete. Come undici mesi fa, sulla strada che porta allo Scudetto l’Umana Reyer Venezia ritrova ancora la Dolomiti Energia Trentino. Nel Giugno 2017 in Finale, nel Maggio 2018 in Semifinale per accedere all’epilogo che metterà in palio il Tricolore contro la vincente del derby lombardo Milano-Brescia. Allora si giocò al meglio delle sette gare (Venezia si impose 4-2), stavolta è al meglio delle cinque.
La semifinale arriva dopo il percorso perfetto per la Reyer (3-0 sulla Vanoli Cremona), quasi netto per l’Aquila (3-1 su Avellino, rovesciando il fattore campo).
In regular season confronti entrambi vinti da Venezia, ma con scarti ridotti. 79-78 al PalaTaliercio (QUI LA CRONACA), decisivo un canestro a pochi secondi dalla sirena di Gediminas Orelik; al ritorno 79-83 alla BLM Group Arena (QUI LA CRONACA). Due sfide che lasciano presagire che ci sarà tanto equilibrio in questa semifinale.
QUI VENEZIA:
La Reyer ha dimostrato, nella serie contro Cremona, tutta la volontà di arrivare in fondo anche quest’anno. Con tecnica, esperienza e qualità. Di fatto il potenziale per ripetersi c’è e inoltre alcuni dei suoi uomini più importanti hanno alzato il livello del loro gioco, portando benefici a tutta la squadra. La profondità del roster, fondamentale quando si gioca ogni due giorni, è gestito magistralmente dal coach livornese Walter De Raffaele, e dalla sua abilità a tenere “caldi” tutti i singoli in ogni momento del match. Tanti giocatori in grado di risolvere il match con giocate decisive, basti pensare a Austin Daye e Hrvoje Peric, in evidenza nella serie contro la Vanoli e attesi a un banco di prova decisivo. Senza scordarsi di Michael Bramos (indimenticabile la sua tripla in gara-5 nella Finale 2017 che valse l’ipoteca del Titolo) e Marquez Haynes.
QUI TRENTO:
Se da una parte c’è una squadra in missione per confermare il Tricolore, dall’altra parte c’è la Dolomiti Energia, una formazione di dinamismo ed energia che nessuno vorrebbe affrontare durante i Playoff. Perchè i ragazzi di coach Maurizio Buscaglia sono migliorati esponenzialmente durante il girone di ritorno e, esattamente come 12 mesi fa, sono ora in grado di giocarsela alla pari con tutti. Esempio emblematico è la serie contro Avellino, chiusa in 4 partite, ribaltando il fattore campo e giocando le due partite casalinghe senza un importante baluardo come Joao Beto Gomes. Capitan Toto Forray e compagni continuano a sorprendere tutti per intensità e dedizione, e quest’anno vorranno sicuramente migliorare il risultato della passata stagione. Come Shavon Shields, come Dustin Hogue, che ha eliminato e ha irritato Fesenko ai Quarti con la sua marcatura asfissiante. E Diego Flaccadori, da sottolineare il suo duello tutto in chiave maglia azzurra con Stefano Tonut.
COME FINIRA’?
Si preannuncia una serie molto equilibrata, combattuta e durissima. Entrambe sono in forma e riposate dopo i Quarti. Gli oro-granata hanno il vantaggio del fattore campo che, in una serie che rischia di essere piuttosto lunga, potrebbe essere determinante. I trentini invece saranno determinati a riscattare il risultato dello scorso anno, in cui sono stati condizionati anche dalle non perfette condizioni di Dominique Sutton. Già, Sutton, iper-motivato dopo l’infortunio di gara-2 dello scorso anno, giocatore da cui dipenderanno molte (non tutte però) fortune di Trento. Se in ritmo, sarà difficile fermarlo. Mentre per Venezia l’utilità di Hrvoje Peric sarà determinante, in totale risalto contro Cremona.
Venezia la vince se affronta il match giocando al suo modo (come ha quasi sempre fatto). E’ più lunga degli avversari e se non cala d’intensità con i quintetti, ha più frecce nel suo arco: sotto le plance può sfruttare il versatile Mitchell Watt, altrimenti dall’arco Haynes, Bramos, Tonut, Sosa, possono rompere la difesa avversaria.
Trento la vince con la difesa, se non sarà condizionata dai falli (questo dipenderà anche dai fischi delle terne designate che permetteranno o no vari contatti sotto-canestro) e se si abbassa il punteggio, avrà più chance di Venezia, questo è palese. E’ imperativo per l’Aquila sbancare almeno una volta il PalaTaliercio. Non sarà facile, ma non è impossibile per la truppa di Buscaglia.
Possibile un arrivo in volata a gara-5. E lì conteranno i nervi e le energie rimaste a disposizione.
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