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Venezia-Sassari. La finale inedita per un sogno Tricolore.

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Questa sera al PalaTaliercio, inizio ore 20:45, scatta la serie della Finale Scudetto tra l’Umana Reyer Venezia e il Banco di Sardegna Dinamo Sassari. Entrambe sono alla seconda volta nell’atto conclusivo da quando è stata creata la formula dei playoff con la squadra veneta che tenta di vincere il 4° titolo di Campione d’Italia dopo essere stata scudettata nel 2017 e dopo aver aspettato 74 anni dai titoli nazionali negli anni antecedenti alla Grande Guerra (1941-42 e 1942-43). La Dinamo invece ritorna nelle Finals per la sua seconda storica volta dopo la memorabile stagione del 2014-2015 quando si aggiudicò il triplete italico Supercoppa-Coppa Italia-Scudetto.

I numeri, l’inerzia, l’autostima e un momento di forma strepitoso associato ad una chimica di gioco molto redditizia fanno del Banco di Sardegna la logica favorita per il Tricolore.
Ma non scordiamo che Venezia sta ritrovando pian piano quella continuità di gioco che ai nastri di partenza del campionato la vedeva come principale antagonista di quella Olimpia Milano che era definita da tutti come la naturale favorita al titolo.

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Road to the Finals: Banco di Sardegna Dinamo Sassari.

Basta un numero per evidenziare l’attuale morale alle stelle dei “Giganti bianco-blu”: 22, sono le gare consecutive senza sconfitte ancora in attivo tra Fiba Europe Cup e campionato di una squadra in gas aperto a martello e in fiducia pazzesca. Tutto questo grazie all’arrivo di coach Gianmarco Pozzecco, subentrato tra molte titubanze e scetticismi al posto del dimissionario Vincenzo Esposito alla guida della squadra sarda. Pozzecco ha però esordito col botto grazie alla vittoria per 88-89 proprio su Venezia (canestro vincente di Jack Cooley) nei Quarti nelle Final Eight di Coppa Italia a Firenze. Giunsero poi tre sconfitte: in semifinale della F8 con Brindisi, in campionato (a tavolino, per la posizione irregolare proprio di Pozzecco) con Cremona e infine lo scorso 10 marzo per 98-90 al PalaTaliercio contro Venezia (guarda il caso e il destino!), ultimo giorno in cui la Dinamo conobbe il significato della parola “perdere”. Per rendersi conto della successione positiva di risultati, in classifica dopo la sconfitta con la Reyer, Sassari si trovava 11ma alla pari di Brescia e a 4 punti dall’ottavo posto che significa playoff. La Dinamo, da una stagione chiaroscura, si è trovata a disputare un’annata di alto livello e la storia è completamente cambiata con la vittoria del primo trofeo europeo di sempre della società sassarese, la Fiba Europe Cup, che ha fatto da traino al quarto posto finale in regular season, annientando ai playoff prima Brindisi e poi, con il capolavoro delle due vittorie in trasferta al Mediolanum Forum di Assago, la strafavorita per lo scudetto, l’Olimpia Milano. E la compagine del presidente Stefano Sardara, non si vuole assolutamente fermare a un passo dal traguardo…

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Road to the Finals: Umana Reyer Venezia.

La Reyer ha sinora fallito due obiettivi stagionali su tre e la Finale Scudetto ha cambiato molte prospettive di quest’annata. Perchè Venezia era partita con il chiaro intento di essere protagonista sia nella competizione europea Fiba Champions League e sia in Coppa Italia. Ma ha dovuto fare atto con il ko a Firenze contro Sassari alle Final Eight nei Quarti di Finale per 88-89 per la settima eliminazione su sette partecipazioni al primo match con la sconfitta giunta negli ultimi istanti di partita (la sconfitta più cocente per De Raffaele sotto la sua gestione orogranata), e ha buttato al vento la corsa in Champions con la disgraziata sconfitta a Novgorod nell’andata degli Ottavi per 95-72 rendendo di fatto un’impresa non realizzata la vittoria nel ritorno al PalaTaliercio di 18, 84-66, sancendo l’eliminazione. Venezia si è allora concentrata solo al campionato arrivando terza alla fine della regular season tra più malumori dei tifosi contro guida tecnica e giocatori piuttosto che ottimismo in vista dei playoff. E invece, gli oro-granata di coach Walter De Raffaele hanno smentito gli scettici sia nei Quarti contro l’Aquila Trento e sia nelle Semifinali contro la Vanoli Cremona riuscendo a superare due match da dentro/fuori conquistando le determinanti gare5 e così arrivando all’ultimo atto per vincere il Tricolore, traguardo insperato a detta di molti alcuni mesi prima.

I precedenti stagionali.

Il conto dice 2-0 in campionato per Venezia, 1-0 per Sassari in Coppa Italia.
83-86 in regular season al PalaSerradimigni a favore dei veneti (QUI la cronaca) contro la Dinamo allora allenata da Vincenzo Esposito. Venezia che vinse grazie ai 21 di Austin Daye, inutili i 16 di Terran Pettteway e i 15 di Bamforth e Polonara;
Il precedente delle Final Eight di Coppa Italia che abbiamo già citato, 88-89 per la Dinamo nell’esordio di capo-allenatore di Pozzecco con Sassari. Venezia che sprecò un +20 sul 72-52 al 26′ e il Banco che rimontò e vinse grazie al canestro decisivo di Jack Cooley (QUI la cronaca). 24 di Pierre per Sassari, inutili i 20 di Tonut per Venezia;
Infine, il 98-90 a favore dell’Umana Reyer lo scorso 10 marzo al PalaTaliercio, ultima sconfitta stagionale della Dinamo (QUI la cronaca). 24 di Stone per i lagunari, a nulla servirono i 21 di Smith.
Storia però, perché nella finale scudetto tutto si azzera.

Le chiavi tattiche.

Il miglior attacco della post-season o la miglior retroguardia del campionato? Difficile cosa possa fare la differenza in una finale che assegna lo scudetto.
In una pallacanestro sempre più centrata su attacco, ritmo alto e tiro da tre punti, la Reyer Venezia può considerarsi una strana anomalia, ma vincente, in quanto ha conquistato l’accesso alle finali-scudetto senza mai snaturarsi, tenendo fede al vecchio detto secondo cui è la difesa che fa vincere le partite. Soprattutto nei playoff, perché nelle due serie contro Trento e Cremona, l’Umana Reyer ha vinto quasi per asfissia dei propri avversari. Già miglior difesa in regular-season (75.2 punti subiti in media a gara), Venezia ha ulteriormente migliorato questo dato nei playoff, scendendo a 68.0: eccezion fatta per Trento, che ha affrontato una serie d’altri tempi con la stessa Reyer, il divario con le altre squadre è impressionante. Avellino è terza con 78.0 (+10.0) mentre Sassari è penultima con 88.8 (+20.8). La Dinamo d’altro canto però può contare sul miglior attacco della post-season che gira a 98.8 punti realizzati di media a partita, con un differenziale di +10 rispetto al campionato: Sassari ha giocato partite ad alto ritmo contro Brindisi e Milano, scollinando spesso oltre i 100 punti anche per i tempi supplementari. Venezia, che non è mai stata scintillante offensivamente per tutta la stagione (13esima per punti in regular-season), è penultima nei playoff con 72.4, per un differenziale di +4.4. Peggio fa solo Trento (60.6), annullata proprio nella serie contro la Reyer. Altro basket, altri ritmi, altri punti di forza.

Ma quali saranno le chiavi tattiche che sicuramente andranno a caratterizzare queste finali scudetto?

Venezia ha nel post basso il nemico pubblico numero uno, con Sassari che fa di questa soluzione una vera e propria arma letale con i vari Cooley, Pierre e Thomas. Non solo per le caratteristiche tecniche, ma sopratutto per l’energia e l’attitudine a giocare senza palla ed ed andare a rimbalzo d’attacco con un energia e una verticalità paurosa, elementi che Venezia deve tenere bene in considerazione. Brindisi e Milano sono uscite con le ossa rotte proprio sotto le plance, con i sardi che hanno avuto il controllo totale sotto-canestro;

– Il controllo dei rimbalzi è vitale come abbiamo approfondito prima per Sassari, ma lo sarà ancora di più per Venezia perché potrebbe innescare quelle transizioni in campo aperto con i vari Tonut, Haynes, Daye e Bramos. Giocatori molto bravi a capitalizzare punti importanti nei primi secondi dell’azione, non permettendo alla difesa di piazzarsi e di conseguenza di portare aiuti o raddoppi sul perimetro;

– Nel bilanciamento tra gioco interno e perimetrale la Dinamo, con due elementi sotto le plance a fare la voce grossa a rimbalzo – Cooley e Thomas -, ha sempre un ottimo equilibrio difensivo, con gli altri tre esterni che quasi mai vanno a rimbalzo d’‘attacco, non esponendosi quasi mai al contropiede avversario. Questo anche in virtù di tiri presi sempre con grande equilibrio. Di certo non si può dire la stessa cosa di Venezia che ha il punto debole proprio in questa situazione, sopratutto quando gli uomini di De Raffaele non riescono a bilanciare gioco interno a quello esterno abusando spesso del tiro da tre, tiri forzati presi spesso non muovendo la palla ed esponendosi poi a facili transizioni e contropiede avversari.
Venezia deve certamente fare un salto di qualità in questa matrice giocando e muovendo di più la palla sul perimetro, cosa che sa fare come poche in Italia. Fattore che porterebbe la Reyer ad avere un gioco molto più equilibrato e a sfruttare di più anche eventuali mismatch che potrebbero nascere e sfruttati da due elementi come Mitchell Watt e Austin Daye, senza dimenticare Gasper Vidmar. Ma anche dalla capacità sul pick and roll di saper leggere le scelte difensive avversarie e generare quella circolazione e fluidità di gioco che poi porta a tiri aperti per i vari Tonut, Haynes e sopratutto Bramos.

– Sassari è una squadra che sfrutta al massimo le caratteristiche dei suoi uomini esaltandone le capacita tecniche. E non solo con Cooley e Thomas, ma anche sugli esterni con i vari Spissu, Gentile e Polonara che hanno alzato in maniera esponenziale le loro percentuali al tiro, anche perché vanno a sfruttare il lavoro sotto i tabelloni e dei lunghi e sugli scarichi hanno sempre diverse soluzioni con tiri aperti piedi per terra o penetrazioni con vantaggio che generano nelle difese avversarie rotazioni difensive che poi risultano letali. Venezia riuscirà limitare queste situazioni di gioco? Lo potrà fare se metterà la palla a terra agli esterni bianco blu e costringendoli a letture del gioco togliendo timing e ritmo ai sardi. Sull’altra metà campo saranno importanti sicuramente elementi come Watt e Daye, con quest’ultimo che potrebbe essere il vero ago della bilancia nella serie.

Quindi, non bisogna fare altro che attendere la gara-1 di stasera e vedere le scelte dei due coach che poi come al solito in gara-2 apporteranno i classici adeguamenti ad una serie che speriamo possa essere bellissima e spettacolare come solo lo sport della pallacanestro sa essere. Sarà una finale sul piano dell’equilibrio per decidere chi vincerà tra due filosofie di gioco differenti lo scudetto italiano n°97. Non resta quindi che goderci lo spettacolo!

Il calendario.

Gara-1 (PalaTaliercio): lunedì 10 giugno, ore 20.45 – Rai Sport HD – Eurosport 2 e Eurosport Player
Gara-2 (PalaTaliercio): mercoledì 12 giugno, ore 20:45 – Rai Sport HD – Eurosport 2 e Eurosport Player
Gara-3 (PalaSerradimigni): venerdì 14 giugno, ore 20.45 – Rai Sport HD – Eurosport 2 e Eurosport Player
Gara-4 (PalaSerradimigni): domenica 16 giugno, ore 20.45 Rai Sport HD – Eurosport 2 e Eurosport Player
Eventuale Gara-5 (PalaTaliercio): martedì 18 giugno, ore 20.45 Rai 4 (Canale 21 DT) – Eurosport 2 e Eurosport Player – differita 00.15 Rai Sport HD
Eventuale Gara-6 (PalaSerradimigni): giovedì 20 giugno, ore 20.45 Rai Sport HD – Eurosport 2 e Eurosport Player
Eventuale Gara-7 (PalaTaliercio): sabato 22 giugno 2019, ore 20.45 Rai 4 (Canale 21 DT) – Eurosport 2 e Eurosport Player – differita 00.15 Rai Sport HD

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