Venezia. De Raffaele: “Che emozione rivedere la gente al palazzetto. Molta disponibilità della squadra”
Walter De Raffaele, coach dell’Umana Reyer Venezia, analizza la vittoria nel derby veneto disputato e vinto al PalaTaliercio per 89-75 contro la De’ Longhi Treviso Basket nell’esordio del girone C di Eurosport Supercoppa 2020.
“Personalmente c’è stata molta emozione nel rivedere la gente al palazzetto, non lo dico per retorica. Tanta emozione, ma mi ha fatto molto strano vedere tutti con le mascherine addosso, fermandosi un po’ è stato bello e a parte molto emozionante. Sulla partita, Treviso ci ha messo in difficoltà per più di tre quarti giocando una difesa molto attenta, credo che noi siamo stati molto morbidi difensivamente soprattutto nel primo quarto aumentando l’intensità pian piano nei vari quarti, fino ad arrivare nell’ultimo quarto dove abbiamo giocato una difesa molto più attenta e questo ci ha permesso in attacco di distribuire e passare meglio la palla, trovando delle soluzioni un po’ più aperte. C’era un po’ di ruggine con merito di Treviso, e da parte nostra è molto importante sapere quanto di intensità difensiva fa parte del nostro DNA.”
Una buona fluidità offensiva degli orogranata stando al 30 agosto dopo un mese di lavoro e 5 di stop.
“La conoscenza aiuta, c’è stata molta disponibilità. Negli anni passati di questi tempi facevamo i Tornei di Jesolo e di Caorle, è tutto accelerato e vale per tutti, questo è un dato di fatto. Sicuramente la conoscenza aiuta ma non deve sconfinare nella superficialità, perchè si rischia di dare per scontato delle cose che in realtà scontate non sono, poi è naturale che è impossibile pretendere che le cose vengano tutte perfette, siamo molto lontani e siamo a un mese dall’inizio del campionato, con tanti acciacchetti e con tante condizioni disomogenee, abbiamo visto per esempio Austin Daye. Mi tengo stretto il quarto quarto e l’intensità che mi è piaciuta nella disponibilità al sacrificio.”
Sulla cosa più bella del match, coach De Raffaele la ripete.
“Quella che più mi ha emozionato è stato rivedere le persone: appena sono entrato in campo e ho rivisto la gente sulle tribune, anche se il palazzetto non era pieno, un calore che si percepiva quanto volessero partecipare all’assenza forzata. Si può parlare della vittoria e della partita, ma in questo momento storico che si vogliono vivere le cose più normali quella che più mi ha toccato è stato anche ritornare a giocare, il rapporto con gli arbitri… piccole cose che si danno per scontate, ma che scontate non lo sono più.”