Un Andrea Trinchieri comprensibilmente amareggiato commenta così in conferenza stampa l’eliminazione della sua squadra in gara 5: «Sono convinto di non discostarmi moltissimo da quello che pensano tutti i miei giocatori. Avremmo veramente voluto che finisse in modo diverso. Io sono desolato perché siamo arrivati a questa partita sulle ginocchia. Onestamente la mia squadra ha avuto sempre grande senso di responsabilità e ci ha provato anche questa sera. La Scavolini ha giocato una grande partita, segnando dei canestri allo scadere che ci hanno tagliato le poche gambe che avevamo. Siamo arrivati in una brutta condizione, senza alcuni elementi importanti e per cercare di sopravvivere alle sfighe abbiamo tirato il collo agli altri».
Il coach canturino è conscio di aver incontrato l’avversario peggiore (con un accenno all’ultima sconfitta di Pesaro in stagione regolare contro Casale già retrocessa) per la sua squadra: «E’ stata una serie contro un avversario ostico, il peggiore tra le quattro possibili, che ha giocato dei quarti di finale importanti. Noi siamo arrivati un po’ conciati. Abbiamo espresso il massimo nei primi due match. Gara 3 è stata quella cruciale – continua il tecnico, pensando all’inerzia della serie, girata dopo la prima partita all’Adriatic Arena – perché abbiamo avuto un’occasione molto ghiotta. Poi andare alla quinta ci ha portato al logorio finale».
«Sono desolato – ha proseguito l’allenatore bianco- blu – perché quest’anno è stato ricco di emozioni forti e di cose importanti che questa società ha fatto: Desio, l’Eurolega col il palazzetto sempre pieno, la finale di Coppa Italia. Mi spiace per la proprietà e per i tifosi. Secondo me più di questo loro non potevano fare, ci siamo anche inventati i giocatori a gettone per gli allenamenti. A volte capita che non va come si spera».
«Non è il momento dei processi perché la delusione è ancora calda. – conclude Trinchieri – Mi rendo conto che è finita in maniera diversa da quello che si voleva. Penso che tutte le persone, giocatori, staff tecnico e medico, abbiano provato a dare il massimo e per questo li ringrazio. Non sempre purtroppo ci si riesce, ma bisogna stare attenti, a non buttare il bambino con l’acqua sporca».
A domanda, Trinchieri risponde sul motivo dei soli quattro minuti a Cinciarini: «Scelta tecnica – spiega il coach. – Pesaro battezzava Perkins, che ha più corpo. Tolto lui, volevo tre giocatori pericolosi offensivamente, per cambiare le loro spaziature difensive».
Ecco parte delle dichiarazioni rilasciate da Trinchieri in un video pubblicato sul canale YouTube della Pallacanestro Cantù:
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