Trinchieri ritrova il sorriso: «Bravi a coinvolgere tutti». Sacchetti: «Ci è mancata la nostra sicurezza»
Dalla notte al giorno. Così si potrebbe descrivere il cambio d’atmosfera che si respira negli spogliatoi del Pianella dopo Cantù-Sassari, rispetto a quello di sette giorni fa dopo la sconfitta con Roma. Non solo per la vittoria, impreziosita dalla presenza in tribuna di Manu Markoishvili tornato per salutare quello che sarà sempre il suo pubblico, ma per la sensazione di aver gettato le basi per il prosieguo della stagione dopo lo tsunami della passata settimana.
Con la colonna sonora dei canti di gioia dello spogliatoio canturino è coach Sacchetti il primo a presentarsi in sala stampa: «Abbiamo avuto una tenuta mentale molto buona, non abbiamo fatto un buon lavoro a rimbalzo, all’inizio e quando ci siamo messi a zona. Cantù ha messo più canestri nel secondo tempo, ha aperto il campo con il tiro da tre e così ha vinto la partita. Volevo più energia e più tensione nel secondo tempo, quando sono andati avanti la prima volta li abbiamo ripresi, non così la seconda. Cantù è sempre Cantù e non è mai facile giocare qui. Noi prendiamo molta forza dal nostro attacco anche per la difesa. Non siamo stati impeccabili sugli aiuti e le rotazioni, poi bravi loro a fare canestro. Non abbiamo avuto la nostra solita sicurezza, più che altro per merito loro.»
Sarebbe cambiato qualcosa con Vanuzzo? Non lo so e non ci penso, avevo questi giocatori. Con lui sarebbe stato un altro tipo di partita per noi e per loro. Abbiamo concesso 30 punti nel terzo quarto, con sei un po’ particolari (l’azione del tecnico a Travis, ndr). Abbiamo giocato solo 30’ e qui non puoi vincere se non lo fai per tutti i 40’»
Coach Drake un po’ in difficoltà in difesa oggi, sei d’accordo: «Sì, nel primo tempo soprattutto ha fatto un po’ di fatica. Purtroppo capita».
Il volto di coach Trinchieri, anche qui per contrasto rispetto a sette giorni fa, esprime più di ogni altra cosa l’importanza e la soddisfazione per questa vittoria: «Di solito alla matineè non ci sono grandi partite. Oggi è stata una partita bellissima e averla vinta così, dopo una settimana di passione, fa tutto la differenza del mondo. Un secondo tempo di grande intensità, contro una grande squadra che ti punisce quando abbassi un minimo l’intensità difensiva. La partita l’ha aperta Aradori, mostruoso nel primo tempo, che ha mostrato grande spessore e si è caricato la squadra sulle spalle. E’ stato il nostro ‘go to guy’. La partita era punto a punto nei primi 15’, poi noi abbiamo perso lucidità, abbiamo avuto un po’ d’ansia e loro ci hanno punito dal perimetro. Lì si poteva davvero affondare, invece siamo rientrati coinvolgendo tutti, con lucidità e poca ansia e avendo tantissimo da Brooks e Mazzarino, zero punti nel primo tempo, 19 in due nel secondo. Eccellente partita di Jonathan Tabu, ha giocato tanto perché mi serviva un grande attaccante contro Travis, che lo impegnasse in difesa altrimenti ti taglia a fette…. Siamo riusciti a trovare uno spazio tecnico per Mancinelli, nonostante i pochi allenamenti, e lui ha saputo dare un impatto sulla partita. Adesso tiriamo una riga su questa settimana e ci prepariamo per la Coppa Italia, dove abbiamo fatto già due finali. Non me ne frega niente di chi c’è e chi non c’è, andiamo lì per giocarcela anche se che siamo nella parte più difficile del tabellone. Sono contento di giocare contro Roma, non tanto perché abbia il dente avvelenato, ma perché quella partita ci può insegnare molto.
La statistica più importante di oggi?: «Loro solo 3 punti in transizione nel secondo tempo, mentre nel primo ne avevano messi tanti. Con tanti giocatori “grossi” in campo fai più fatica, nel secondo tempo abbiamo ovviato al mismatch con il collettivo.»
Coach come mai Aradori out nel finale?: «Non faccio i cambi con l’orologio…Pietro era già sul cubo, la seconda tripla di Mazza mi ha convinto a lasciare in campo il capitano. Detto questo non dimentico che senza quello che ha fatto Aradori nel primo tempo, oggi sarebbe stata una partita diversa. Loro sono una squadra che gioca un ottimo sistema costruito sui tiri difficili, la differenza è stata che noi non ci siamo disuniti su quei canestri difficili.
La partita di Brooks? «Avevo bisogno di un passatore e un attaccante in più. Brooks è un equilibratore del nostro attacco, nel primo tempo ha sofferto un giocatore di grande esperienza come Bootsy Thornton.»
Ti aspettavi questo Mancinelli: «Mancio è riuscito a prendersi uno spazio tecnico senza levarlo a nessuno, ci ha dato pericolosità dove non ne avevamo Gli ho dovuto dare 4-5 minuti di quello che pensavo, la partita lo richiedeva, comunque sì, mi aspettavo già qualcosa da lui»
C’è stata anche una risposta emotiva della squadra?: «Questa è una squadra che ha qualcosa dentro, ma spesso non lo sa, a volte affoga in un bicchier d’acqua. Oggi invece eravamo in una piscina profonda, ma abbiamo reagito come collettivo. Diciamo che a volte le “disgrazie” fortificano, compattano la squadra. Vinci un match dove eri sotto di 9, Manu in tribuna, sembrava tutto apparecchiato per il dramma… ma miglior viatico per le Final Eight non ci poteva essere.»
Stefano Mocerino
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