Questo è l’intervento in sala stampa di coach Eugenio Dalmasson, dopo la dolorosa sconfitta della sua Allianz Trieste:
“La partita ha evidenziato le nostre grosse difficoltà di tenuta nervosa e fisica. In certi momenti non riusciamo a reagire alle difficoltà, ad essere coesi. Nonostante un attacco positivo, se fai 86 punti in casa, devi vincere. In difesa, invece, la prova è stata totalmente insufficiente. Non siamo stati capaci di tenere l’uno contro uno, di aiutare il compagno battuto e soffriamo a rimbalzo. Cantù ha una fisicità importante e abbiamo provato ad arginarla tenendo in campo Cooke e Mitchell contemporaneamente, come avevamo già fatto in precedenza. Da Ros in campo ha fatto bene. La differenza tra le due squadre, stasera, è stata nei punti da seconde opportunità.
Le occasioni per vincere ci sono ad ogni partita. I problemi di questa squadra sono evidenti da tante settimane. Se a oggi non riusciamo a trovare la continuità significa che siamo in difficoltà, non abbiamo idea di come stare insieme. Molti di questi giocatori non sono abituati al livello di competizione fisica, all’intensità e durezza che serve per competere in A1. Questo provoca un grosso dispendio di energia. Tra l’altro questa settimana abbiamo fatto anche 3 allenamenti in 8, e certamente non ha aiutato. Giocare più frequentemente sarebbe la soluzione migliore per voltare pagina, se solo ci fosse una maggiore voglia e intensità. Molti di questi ragazzi probabilmente ci stanno provando, ma non ce la fanno.
Questa squadra, con questo gruppo, ha i mezzi tecnici per salvarsi, magari all’ultima giornata. Al momento, però, non ha trovato ancora un’identità morale per raggiungere l’obiettivo. Di mercato se ne parla già da tempo. Ora è il momento di essere lucidi e fare le scelte giuste.
La società è a conoscenza da tanto tempo di quel che penso, ho espresso le cose in modo chiaro, costante e in tempi non sospetti. Ho sempre avvallato ogni sua scelta, anche quelle che non stanno pagando. E’ un suo diritto scegliere se mandare via l’allenatore o cambiare giocatori, se può. Se ad oggi non ha fatto nulla, non c’è stata la possibilità.
Non mi sento costretto, mi sento orgoglioso di allenare la Pallacanestro Trieste, ho messo anch’io la mia parte in ciò che abbiamo fatto finora. Soffro troppo quando vedo gente che non ha lo stesso amore e ci tiene altrettanto come me e alcuni dei ragazzi della squadra”