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Torneo di Viadana: Pesaro batte Roma e si aggiudica il torneo

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Finisce 92-89 la gara tra Consultinvest Pesaro e Acea Virtus Roma, ultima partita del “Torneo del Cinquantesimo“. Al PalaFarina di Viadana la Virtus, che oltre a capitan D’Ercole deve rinunciare a Petty, fuori causa per una contrattura alla schiena rimediata poco dopo il suo ingresso in campo, insegue nelle due frazioni centrali dell’incontro e prova a rimontare nell’ultimo periodo, ma la vittoria va ai marchigiani.
 
Gara equilibrata nel primo quarto, con Roma che chiude il periodo a sole due lunghezze di distanza dalla Vuelle. Nella seconda frazione Pesaro incrementa il vantaggio fino al +8, per poi piazzare l’allungo decisivo nel terzo quarto, concluso 71-56. Nell’ultimo periodo la Virtus tenta la rimonta e arriva fino al -1, ma i biancorossi resistono mantenendo un possesso pieno di vantaggio e si aggiudicano l’incontro.
La squadra rientrerà a Roma in serata e martedì tornerà ad allenarsi per preparare al meglio i prossimi impegni di precampionato.
 
Consultinvest Pesaro-Acea Virtus Roma 92-89 (17-15, 45-37, 71-56)
 
Consultinvest Pesaro: Myles 22, Ross 22, Williams 16, Raspino 10, Musso 8, Judge 8, Reddic 5, Basile 1 All: Dell’Agnello
 
Acea Virtus Roma: Triche 13, Gibson 30, Ejim 11, Jones 6, Morgan 10, Petty, Sandri 10, De Zeeuw 2, Pullazi 3, Kushchev 2, Reali. All. Dalmonte
 
Queste le parole di coach Dalmonte a fine partita: «Oltre ad essere privi di D’Ercole e Petty, uscito dal campo dopo 30″, oggi ho voluto dare un segnale alla squadra mettendo in campo i giovani in un momento cruciale dell’incontro, per far capire che giocherà chi merita indipendentemente dalla carta di identità o dallo status. 
Questa gara ha evidenziato in modo definitivo un precampionato fatto di un numero maggiore di partite rispetto agli allenamenti, con viaggi tosti e 18 giorni trascorsi fuori sede, tutti fattori che sommati insieme hanno prodotto la stanchezza fisica e mentale che oggi abbiamo pagato. Questo non deve comunque nascondere i punti sui quali dovremo lavorare e non vuole essere una scusante o una giustificazione per il risultato, ma è un’analisi pragmatica di ciò che oggi ci ha condizionato».