Shavon Shields: “Un giorno servirà difendere, un altro passare la palla, questa sarà l’Olimpia Milano”
Shavon Shields ricorda bene la sua ultima partita a Milano. Segnò 31 punti e giocò una delle migliori gare della sua vita. “Quando vuoi aiutare la tua squadra, devi essere in grado di dare il massimo. Qui all’Olimpia, con il roster che abbiamo, penso non sia necessario sempre quel tipo di sforzo, un giorno potrebbe essere Punter, un altro Delaney o Rodriguez, possiamo in pratica scorrere tutto il roster. Un giorno può essere che serva difendere, un altro eseguire il passaggio corretto. Io farò quello che serve per vincere, mi concentrerò su quello”. Shields è stato presentato ai media dal general manager Christos Stavropoulos. “Ha già alle spalle esperienze significative, ha vinto, ma è ancora giovane, nel pieno della maturità agonistica. credo che potrà darci molto”, dice. “Sono felice di essere qui, ma soprattutto sono felice di potermi allenare, conoscere allenatore e compagni, anche le partite cominciano ad essere vicine, così sono contento di mettermi al lavoro”, spiega.
LA DIFFERENZA RISPETTO A TRENTO – “Sono stato via dall’Italia due anni e nel frattempo ho fatto esperienza in Spagna, ho giocato in EuroLeague. Penso che la differenza maggiore derivi dall’esperienza maturata giocando ai più alti livelli europei”.
GIOCARE IN UNA “BOLLA” – “Con tutto quello che sta succedendo ci sono molte più regole, quello che puoi fare, la sanificazione, venire testato ogni giorno, ma dopo un po’ di adattamento diventa tutto familiare, normale, come indossare una maschera. Giocare senza tifosi è differente per una o due partite, poi ci si abitua. Alla fine ti adatti poi diventa normale”.
LA SCELTA DI MILANO – “Tutto è partito con Coach Messina, la sua visione, la voglia di costruire qualcosa di importante di cui voglio fare parte. E adesso voglio aiutare la squadra a vincere”.
IL RUOLO – “Giocavo da ala forte nel mio anno da rookie a Francoforte, poi quando sono venuto a Trento mi hanno spostato nel ruolo di guardia. E’ stata un’esperienza formativa, un adattamento, mi hanno aiutato in tante situazioni a crescere come giocatore e per questo li ringrazierò sempre”.
NON ESSERE SCELTO – “E’ stato deludente, quando cresci sogni di giocare nella NBA specialmente provenendo dagli Stati Uniti. Ma ho preso subito la decisione di venire in Europa, cercare di diventare il miglior giocatore che posso essere e vincere. Alla fine, l’obiettivo resta vincere, non importa dove”.
Ufficio Stampa Olimpia Milano