«Dare di nuovo credibilità a questo club». Prima Dolomiti Energia Trento, poi Banco di Sardegna Sassari, ultima per ora l’Upea Capo D’Orlando. Tre vittorie in tre settimane per la Virtus Bologna di coach Giorgio Valli. Punti così preziosi da far pensare a quella zona tanto speciale della classifica, ma il coach dice «No. So che qualche giocatore ha di questi sogni, l’importante è concretizzare il lavoro quotidiano in palestra nel miglioramento. A me interessa quello, poi dove arriviamo arriviamo». Secondo Valli, in un’intervista rilasciata a Repubblica, ora come ora ai play – off non si deve pensare, «salvarsi il prima possibile e cercare di far fare esperienza ai nostri giovani, italiani e americani»,è questo l’imperativo Bolognese. Ciò che però non si può sorvolare sono i miglioramenti, un passo in più in ogni incontro «sia nella mentalità, si nell’aspetto tattico, in attacco andiamo sempre meglio, – ha detto Valli – per adesso siamo soddisfatti delle persone, nel senso che abbiamo trovato gente che ha voglia di stare in palestra e che lavora. L’obiettivo più centrato in assoluto è questo. A fine stagione tireremo le somme tecniche». Da non sottovalutare neanche l’anima italiana fortemente presente in squadra e che secondo il tecnico è molto importante: «Gli italiani non vogliono fare brutta figura in casa loro, hanno le vere motivazioni e poi noi cerchiamo soprattutto di attingere dal nostro settore giovanile», quindi motivazione ancora maggiore. « Secondo me dobbiamo tornare ad investire nei settori giovanili e soprattutto mettere buoni allenatori nei settori giovanili. Quando c’erano, guarda caso, i giocatori venivano fuori», ha continuato. Contributo notevole anche dagli americani,«A me piace molto parlare con gli americani, penso che bisogna farli sentire un po’ come a casa loro. Avere l’approccio positivo come lo hanno loro aiuta a sintonizzarsi su quella che è la loro mentalità. Non ho mai avuto rapporti cattivi con gli americani proprio perché credo che se offro qualcosa a loro, loro possono dare tanto a me a livello di mentalità. Per questo motivo è nato un buon rapporto con Allan», la guardia che impreziosisce la rosa del coach. Spirito italiano, dose americana, motivazione, mancano ancora pochi ingredienti per rendere una squadra vincente. Intanto il pubblico, quello bolognese sempre caloroso: «Lo sento davvero molto vicino, la gente ha capito il nostro progetto, i nostri limiti e ha sposato la causa. Questo mi fa piacere perché spesso il pubblico di Bologna viene considerato un po’ snob. Invece la gente ha apprezzato la chiarezza, poi la passione per la pallacanestro c’è sempre stata e rimarrà». E poi, anche braccia solide su cui fare affidamento, una società che in questo caso ha ritrovato la pace economica: «Sono dell’idea che il 50% di questi risultati vadano ascritti alla scelta fatta dal club che ha delegato tutto a Crovetti facendo così chiarezza. La storia, quella della Virtus in particolare, ci dice che le società corte, dove c’è un leader tecnico e un leader dirigenziale, alla fine fanno ottimizzare lo sforzo tecnico».