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Sassari, Sardara; “Da oggi parte il nostro nuovo campionato. E’ una stagione di crescita”

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Questa mattina nella Club House societaria il presidente della Dinamo Banco di Sardegna Stefano Sardara ha incontrato i giornalisti per fare il punto sul momento della squadra e sulle novità di mercato.

“Inizio col dire che Josh Akognon è un giocatore della Dinamo – ha aperto il presidente biancoblu – il 5 febbraio giocherà la sua ultima partita in Cina e arriverà presto a Sassari. Contiamo di averlo in campo per noi nella gara contro Venezia”.

Un breve premessa per passare subito al tema dell’incontro con i giornalisti: “Quella di quest’anno è una stagione difficile ma che rappresenta un passaggio caratterizzante nel percorso della Dinamo. La storia ci insegna che dai momenti di difficoltà si riesce sempre a trarre buone cose. Credo che sia il periodo migliore per costruire quella mentalità che ci aiuterà a crescere. Sono convinto che questa non sia una stagione da ribattezzare come interlocutoria ma una stagione di nuova crescita. Oggi iniziamo un nuovo campionato, abbiamo cambiato tre quarti della squadra e ripartiamo da qui. Credo che avremo ancora modo di fare bene e di divertirci e che le somme si tirino alla fine. Solo allora potremmo dire se abbiamo fatto bene o se abbiamo sbagliato. Andiamo avanti nel nostro progetto, abbiamo avviato un nuovo ciclo tecnico e ci vuole del tempo perché i cambiamenti vengano assimilati”.

Come ci si sente da presidente dopo anni in cui avete sbagliato pochissimo ad una stagione in cui a metà campionato vi siete resi conto che qualcosa forse l’avete sbagliata?

“Ci sentiamo molto bene perché quando nel 2011 abbiamo preso una società che rischiava di sparire, con tre sponsor messi in croce e la metà dei tifosi, abbiamo visto che siamo riusciti a raggiungere obiettivi importanti e addirittura impensabili. Nei quattro anni passati credo sia stata sviluppata una qualità di lavoro eccellente, quest’anno abbiamo forse sbagliato qualcosa ma credo che faccia parte del percorso. Non ho paura di dire che ho sbagliato, non sono il guru della pallacanestro e se faccio degli errori sono pronto non solo ad ammetterlo ma anche a prendermene le responsabilità. Ma aspettiamo, io ci credo fino alla fine. Piuttosto mi pare che in questo momento soffriamo la sindrome di Calimero: lavoriamo davvero tanto, facciamo allenamenti straordinari, i ragazzi si impegnano al massimo eppure qualcosa poi va storto. Quella prima di Milano è stata una settimana che abbiamo battezzato come la più bella della stagione sotto il profilo dell’impegno e della riuscita del lavoro e poi siamo andati in campo e ne abbiamo preso 40. Allora, siccome abbiamo ottimi giocatori e non è possibile che improvvisamente non sappiano più giocare dico, come mi è capitato di dire l’anno scorso, che dobbiamo trovare l’interruttore giusto. Direi che ci sono tutti i fattori giusti per ripartire, resettare e cominciare quello che per noi è davvero un nuovo campionato. Io penso che siamo una grande squadra e con gli ultimi cambimenti possiamo guardare avanti con positività: Akognon mi pare abbia la giusta personalità per entrare in questo gruppo e fare bene, di Kadji conosciamo già il valore e l’apporto prezioso che sa dare”.

Di fatto avete cambito tre quinti del quintetto quando il campionto è solo a metà…

“Quest’anno lo abbiamo dovuto fare subito perché ci siamo resi conto che alcuni giocatori presi avevano caratteristiche diverse da quelle che ci aspettavamo. Abbiamo approfittato di questo momento in cui Haynes ha ricevuto una proposta che ha accettato per fare delle modifiche e costruire una squadra che pensiamo possa fare bene. Oggi il dato di fatto è che dobbiamo difendere la nostra partecipazione i playoff, ripartiamo da qui con un atteggiamento positivo, cammin facendo si di aggiusta tutto. L’importante è non perdere mai l’entusiasmo e in questo devo ringraziare i tifosi, non solo per le coreografie ma anche per quel tifo e quel supporto che si è rivisto in maniera evidente nell’ultima partita di Coppa. Il nostro è come sempre un lavoro di squadra e non può mancare l’apporto di nessun elemento”.

L’arrivo di Kadji

“Quella di Kadji è stata una bella storia, sapevamo che era in trattativa con Cantù e che si era slegato da Brindisi. Abbiamo fatto una proposta in linea con quella brianzola e lui ha scelto noi”.

Cessioni in vista?

“Non abbiamo intenzione di cedere nessuno, ma comunque vale la regola che è valsa per Haynes: la porta è aperta, chi vuole andare via è libero di farlo. Il criterio è quello della volontà del giocatore di fare parte di un progetto, a costo di fare 10 partite in panchina”.

In questo momento crede che occorra affrontare anche un problema tecnico?

“Assolutamente no. Abbiamo deciso di cambiare l’allenatore ma non possimo pretendere che dal giorno dopo si inizi a vincere. Calvani, è venuto qui per essere l’allenatore del futuro della Dinamo, dovrà dimostrarlo, ma sappiamo che ci vorrà tempo anche perché ha una squadra che non ha fatto lui. Per me il coach fino ad ora sta facendo bene e credo che al momento quello tecnico sia l’ultimo dei nostri problemi”.

Continuano circolare voci sullo spostamento della Dinamo a Cagliari…

“La Dinamo ha radici solide e intoccabili a Sassari, è la squadra di tutta la Sardegna m non si può toccare da qua e io non la voglio spostare. Ci fa piacere il sostegno dei tifosi cagliaritani che sono davvero caldissimi e ogni volta che siamo lì ci accolgono con un entusiasmo straordinario ma la Dinamo rimarrà sassarese”.