Dopo la vittoria esterna del Banco di Sardegna sull’Allianz Pallacanestro Trieste 82-103, arriva per coach Gianmarco Pozzecco l’appuntamento con la sala stampa. E’ visibilmente emozionato, e si apre nel ricordo di chi non c’è più.
“Due giorni fa è scomparso Dado Lombardi. Che figo che era. Era una leggenda in casa Pozzecco e mio padre è stato il suo vice nei fantastici anni degli Hurlingham. Ho avuto la grandissima fortuna di incrociarlo nella mia carriera, è stato lui a portarmi dalla serie B a giocare in A1 a Livorno. Poi ci siamo ritrovati a Varese: in un’annata complicata hanno chiamato lui in panchina. Dirò una cosa impopolare, ma è stato personalmente l’anno più bello della mia vita. Da quando è arrivato lui ho fatto 30 punti di media, e poi far parte di una squadra dove il tuo allenatore faceva uno schema per fare in modo che tutti si passassero la palla e alla fine ti ritornava, e alla domanda: “Dado poi cosa devo fare?”. “Come al solito, quello che ti pare”. Sono stati due giorni tristi, è morta una parte di me. Racconto un aneddoto. Il giovedì sera con la squadra di Varese andavamo sempre a mangiare fuori. Mi sedevo sempre vicino a lui perché era interessante e divertente. C’era sempre casino con gli ordini, mancavano piatti. Alla terza uscita riuscirono a capire che Dado non ordinava, quando gli passava davanti un piatto che gli piaceva, lo prendeva, mangiava quello che gli altri ordinavano.
I ragazzi che ho sono straordinari, sono un uomo fortunato in questi 3 anni a Sassari. Prima della partita avevo chiesto loro di onorare la memoria di un grande tecnico come Dado Lombardi. Ringrazio i miei giocatori che in una giornata così triste per me mi hanno regalato questa gioia da poter dedicare a chi non c’è più.
Siamo partiti 10-0 o 11-2, ma ho visto Trieste contro Cremona e Fortitudo trovarsi nella stessa situazione e sapevamo che è una squadra che non molla mai. L’ha dimostrato nel 2°quarto, dove ha incrementato l’intensità difensiva in maniera esponenziale e di conseguenza ha attaccato con grande energia e sapienza. Trieste è una realtà solida e ha giocato una partita solida. Mi fa sempre piacere vedere Tommy Laquintana metterci un grandissimo spirito agonistico e poi Dani Cavaliero. Trieste ha questa gran virtù che oggi nel mondo sportivo è indispensabile: l’attaccamento, non solo alla maglia, ma anche a quello che uno fa e Dani (Cavaliero) da questo punto è un esempio. Dalmasson è qui da 11 anni. Sono cose che funzionano. Sapevamo chi avevamo di fronte e siamo stati bravi a non disunirci e a giocare con confidenza.
Soffro di più quando la mia squadra non difende che quando attacca male. Un giocatore in particolare ci ha dato grande aggressività nell’ultimo periodo: Stefano Gentile. Anche oggi è partito in modo pazzesco in difesa, facendo aumentare anche l’aggressività degli altri compagni. In questa squadra i ragazzi si guardano e si copiano, Miro Bilan ha messo una bomba importante perché ha visto Spissu e Bendzius tirare con confidenza”