Gianmarco Pozzecco, coach del Banco di Sardegna Dinamo Sassari, è stato intervistato da L’Unione Sarda sulla prossima stagione dei giganti bianco-blu.
Eccone un estratto.
Tre aggettivi per la Dinamo 2019/2O.
“Connessa e responsabile anzitutto. Un aneddoto. Di solito gli americani approfittano dei tempi per il visto per arrivare dopo, invece Evans ha preso da solo l’appuntamento su Internet per accelerare i tempi. Il terzo aggettivo? Italianità. Credo nella fidelizzazione, in giocatori come Devecchi che diventano bandiere. Adoro Totti che ha iniziato e finito nella Roma. Abbiamo puntato sugli italiani non perché siamo patriottici, ma perché crediamo in loro, in quello che ci hanno fatto vedere come giocatori e come uomini”.
Sulla carta, cosa avrà in più e cosa in meno?
“Si giocherà una pallacanestro forse un po’ meno atletica ma più di conoscenza, con meno alti e bassi, perché gli americani vanno più a strappi. Dovremo difendere un po’ meglio e concedere meno canestri facili”.
Otto italiani in squadra, cosa significa.
“Grande attaccamento e grande coesione di intenti. Senza distinzione tra due gruppi, come può accadere quando hai tanti stranieri. Non vedo giocatori che hanno individualismi, stranieri compresi. Pierre lo conosciamo, Bilan gioca per la squadra, Jerrells sa fare bene l’uno contro uno ma avrà il piacere di giocare per gli altri come già fatto in carriera, se Evans è rimasto 4 anni in Germania vuol dire che fa gruppo”.
Spissu play titolare, rischio o consacrazione.
“Marco è forte, per questo sarà titolare. Gli sto dando una responsabilità che vale come stimolo per crescere ancora. Insisto, stimolo non pressione. Ma non è che vinceremo o perderemo perché lui parte in quintetto. Ci sono Jerrells, Vitali e uno importante come Stefano Gentile. Ognuno avrà responsabilità”.
La scorsa stagione 22 partite senza sconfitte. Irripetibili?
“Saremo condizionati dal percorso dell’anno scorso. Dopo la sconfitta con Cremona abbiamo perso una sola volta in casa, con Venezia. L’anno scorso ho chiesto tempo, quest’anno chiedo ai tifosi dì saper accettare le sconfitte, anche in casa, e credere nella squadra indipendentemente dai risultati”.
Cosa piacerebbe al Poz che si dicesse della Dinamo a fine stagione…
“Mi piacerebbe restasse quell’affetto visto in Piazza d’Italia. Andava oltre i risultati”.