Il clima che si percepisce attraversando le strade di Sassari e più in generale di tutta la Sardegna è ancora di grande festa ed emozione. Uno scudetto cercato, inseguito e voluto con l’orgoglio e il carattere tipico del popolo sardo. Mentre i protagonisti e i tifosi non smettono di festeggiare, è già cominciato per certi versi il cammino della nuova Dinamo campione d’Italia. In una lunga intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, il General Manager Federico Pasquini ha parlato di futuro e del cambio di scenario con quella che è stata una stagione irrepetibile, incastonata nella storia per il triplete centrato.
Ecco alcuni stralci più significativi delle sue dichiarazioni: “Penso che non resterà molto della Dinamo tricolore. Per due motivi: le logiche di mercato che dopo i successi portano i prezzi alle stelle, e la nostra è una società che non spende un euro in più di quello che ha la cui missione è lanciare al livello più alto i giocatori che passano da noi, e per una preoccupazione: il recupero delle motivazioni dopo una stagione così lunga, difficile, estenuante, che ho calcolato ci ha portato a salire su 135 voli, sarà difficile e potrebbe far diventare rischioso riproporre la stesso gruppo”.
“Il punto da cui ripartire è la conferma di Logan perché accanto a lui puoi mettere chiunque, è un giocatore che con le nostre guardie spesso ha passato tre quarti di partite senza ricevere un pallone anche quando era caldo e non è mai andato via di testa, è sempre stato dentro la partita mentalmente e fisicamente. Con lui possiamo pensare di avere ancora Dyson che è un giocatore particolare. Il resto è un gioco incastri e equilibri: un ‘quattro’ alla Stonerook come Brooks ci sta con un’ala molto potente come Sanders altrimenti bisogna ripensare il tutto2.
“Sardara e Sacchetti sono due caratteri completamente diversi, uno che va sempre a palla, l’altro è zen ma sono due geni nei loro campi. Chiaro che dopo anni il loro rapporto offra situazioni sulle quali riflettere ma con un grande rispetto dei ruoli”.