A un anno vissuto alle stelle, fa seguito quasi sempre, prima o poi, un periodo di stabilizzazione e/o transizione per poter poi ripartire con obiettivi importanti. Esattamente quello che ha vissuto e sta vivendo ancora Sassari, dopo la conquista del triplete. Anno di passaggio e ora si torna a pensare in grande. “Comincia una nuova fase, – ha dichiarato il patron Stefano Sardara a TuttoSport – abbiamo un progetto Dinamo 2020: prevede il raddoppio del fatturato in 4 anni, puntando sul miglioramento delle strutture, a cominciare dal palazzetto che diventerà da 8mila posti in funzione di un suo utilizzo non soltanto per l’ora e mezzo della partita. Vogliamo che per il pubblico diventi un luogo di ritrovo, – ha continuato – dove mangiare prima o dopo la gara, vivere con la famiglia attraverso l’offerta di attività collaterali. L’appalto per i lavori è previsto entro i primi mesi del 2017. La conclusione nel 2018, lavorando all’interno d’estate e all’esterno durante la stagione regolare”. Novità che passa anche dal coach, Pasquini, riconfermato dopo la passata stagione: “Si occupa prevalentemente della struttura tecnica, il resto è compito dei suoi collaboratori. E’ un allenatore molto capace con una formazione molto lunga e proficua. Ha superato gli esami con il massimo dei voti, si è anche laureato. E ha doti umane non comuni. Lo volli alla guida della mia squadra in B2 per questo. Poi, come successo a Capello nel Milan, alla Dinamo si è seduto alla scrivania e ha completato il proprio bagaglio anche manageriale di alto livello. Tutti gli allenatori di livello ne capiscono, nel calcio e nel basket, ma a mio avviso un bravo tecnico deve anche essere un ottimo gestore delle risorse umane”. Grande progetto che ha subito un leggero rallentamento a causa delle coppe: “E’ stato il vero problema. La licenza triennale di Eurocup ci avrebbe permesso una programmazione più completa e per un arco di tempo più lungo. Non è nemmeno un problema di qualità della coppa. Anche potendo scegliere tra Eurolega ed Eurocup quest’anno avremmo deciso per la seconda manifestazione. L’Eurolega ci ha permesso di maturare esperienze, ma l’Eurocup era più adatta alla nostra crescita sostenibile. E la Champions League mi pare già di buon livello”. Il numero uno sardo ha poi spaziato sul basket in generale, con un commento sul nuovo progetto di LegaBasket: “All’interno abbiamo tracciato un percorso per arrivare ai nostri obiettivi pensando al bene comune. Il tema è quello della visione comune. E se Legabasket riuscirà a migliorare con nuove iniziative e risorse bene. E’ un discorso comune alle altre leghe europee e alle coppe. Bisogna riportare i parametri di spesa in relazione ai possibili introiti. Siamo all’anno zero, si tratta di mettere le basi. Ma non sono d’accordo con chi parla di movimento in declino o peggio. Secondo me la passione si è risvegliata da qualche anno e abbiamo raggiunto il massimo risultato d’interesse, nel periodo recente, con la finale 2015 tra Sassari e Reggio Emilia. Quest’anno poi il campionato mi sembra di più alto livello, al di là di Milano. Ci sono almeno 7-8 squadre molto interessanti”. Obiettivo di Sassari in stagione? “Sembrerà banale, ma l’essenza della nostra storia. Spero che ci divertiamo in campo. Se succede divertiamo i tifosi e poi i risultati arrivano”.