Sassari prosegue la sua marcia e ritrova il secondo posto a pari punti con Venezia, l’Orlandina gioca bene tutte le sue carte m ail finale premia il talento dei padroni di casa: il countdown
10: Come il voto all’esempio di sportività di coach Griccioli; dopo aver analizzato la gara in sala stampa, saluta e va via per poi fare dietro front qualche secondo dopo, il motivo è la necessità di aggiungere un bel PS per ringraziare il pubblico di casa, che ha applaudito l’Orlandina all’entrata e alla uscita dal campo: “E’ davvero bello giocare qui”. Un bel gesto, che merita un applauso e che nasconde anche un po’ di amarezza per un coach che dovrà fare a meno del parquet di casa per le prossime due gare interne. ESEMPIO
9: Come i rimbalzi di Lawal; aggiusta con la raccolta delle carambole, una prestazione al di sotto dei suoi standard abituali; il fiocco rosa in settimana ha regalato un sorriso in più al gigante Nigeriano, ma gli ha impedito allo stesso tempo di allenarsi adeguatamente, arrivando alla gara un po’ scarico fisicamente. I tifosi biancoblu aspettano il suo riscatto nella prossima gara. AUGURI
8: Come gli assist di Sek Henry; l’Upea non ha un vero playmaker di ruolo, ma ha dimostrato di compensare questa “carenza” con delle letture offensive davvero efficaci, l’83% al tiro nel primo quarto ne è la dimostrazione e il merito va anche all’ex Brindisi, che è bravo a mettere in ritmo i suoi compagni, micidiali dalla lunga distanza se lasciati liberi di tirare. INTESA
7: Come i recuperi di Jerome Dyson; non palleggiate davanti a lui, nella sua testa potrebbe scattare qualcosa e prima di accorgervene vi ritrovereste senza pallone. Il ball handing complessivo dell’Orlandina non è da applausi e le 28 palle perse ne sono l’emblema, ma Dyson comunque ci mette del suo e con Logan rappresentano forse la coppia di esterni più fastidiosa da affrontare nell’uno contro uno di tutta la Serie A. La nota dolente per il n°11 è l’eccessiva generosità verso gli ospiti, a compensare infatti i 7 recuperi ci sono anche 6 perse. BILANCIA
6: Come i punti di Nicevic; ci sono diversi modi per definire le sue giocate: “mestiere” “esperienza” “maturità”, insomma, sa quello che deve e può fare e non perde l’occasione per mettersi al servizio della squadra: vedi sfondamenti ricevuti capaci di far fischiare l’arbitro ancora prima che arrivi il contatto, vedi blocchi per le uscite dei compagni in attacco al limite del fallo, ma solo per chi rimane ancorato al suo fisico e non per gli arbitri oppure, vedi giocate in post basso al momento giusto. Insomma, Nicevic ha dimostrato ancora una volta di saper fare la cosa giusta al momento giusto, nonostante la carta d’identità dica 39 e il tabellino nasconda il suo lavoro sporco. SOLIDO
5: Come i canestri di Kadji: esalta il PalaSerradimigni nel primo quarto, quando in un momento biblico, la difesa dell’Upea si apre in puro stile Mar Rosso concedendogli il via libera per il canestro, lui recepisce la chiamata divina come l’ok dalla torre di controllo e inizia il decollo. I suoi 211 cm e una falcata spaventosa, gli permettono di chiudere il campo in 2” netti e il risultato è una schiacciata da top ten.
Aggiunge al menù anche una bella tripla e un altro paio di giocate importanti nell’ultimo quarto, quando Sassari aveva bisogno di una scossa decisa. MOSE’
4: Come le triple di Basile; applausi per lui da parte del pubblico di casa durante la presentazione, lui ringrazia e mette in campo come al solito tutta la sua esperienza; bello il suo duello con Sanders nel corso della prima metà di gara, forse non previsto dalle rotazioni offensive di Sassari che infatti paga dazio e consente all’ex Barca di mettersi in mostra. Raramente apre il palleggio per attaccare nell’uno contro uno ma a 40 anni ancora dice tranquillamente la sua in Serie A. ETERNO
3: Come gli arbitri in campo; la sensazione è che indipendentemente dalla posizione in classifica delle due squadre sul parquet, il livello di gioco della Serie A, non sia pari a quello di chi dovrebbe dirigere le gare. Nel corso dei 40 minuti manca la coerenza e l’uniformità nelle chiamate e questo incide sul ritmo della gara e sull’atteggiamento dei giocatori che via via diventa più nervoso; manca poi la sicurezza e la decisione nelle scelte, ok avere qualche dubbio su un ultimo tocco per una rimessa, non propriamente da regolamento cambiare il possesso dopo un time out, dimenticandosi quale fosse l’ultima chiamata arbitrale prima del minuto di sospensione. BOCCIATI
2: Come le triple di Formenti; ormai la sua foto nei dizionari dei tifosi della Dinamo, è accanto alla parola utilità; sempre pronto a dare il suo contributo, ogni qualvolta lo si vede in campo, ci si chiede perché un giocatore Italiano come lui, fosse senza contratto sino quasi a Dicembre.
Probabilmente se si chiamasse Formentivic, oggi giocherebbe più minuti. RISORSA
1: Come il canestro dal campo di Logan nell’ultimo quarto; l’ultimo minuto è iniziato da tanto e serve per Sassari, un canestro che possa mettere alle corde, soprattutto dal punto di vista mentale ,Capo d’Orlando. Logan alza la mano, si prende la responsabilità con la stessa espressione con cui ordinerebbe un caffè, tira dai 6.75 e fa esplodere il PalaSerradimigni. KILLER
0: Come il fischio sull’ultimo tiro di Henry; qualche rimpianto per i tifosi dell’Upea che riguardando l’ulima giocata di Logan su Henry, hanno notato che un fischio per la concessione di tre tiri liberi, non sarebba stata una follia. Bisogna anche riconoscere che dal vivo l’interferenza di Logan è sembrata pulita e nonostante l’importanza del possesso e la tensione e concitazione del momento, non ci sono stati accenni di protesta da parte dell’Orlandina sulla decisione presa dalla terna. Henry poi avrà il tempo per tentare un altro tiro con Kadji capace di deviare anche il secondo tentativo. Rimangono dei se e dei ma, perché un fischio avrebbe potuto portare Capo d’Orlando in vantaggio, così come al pareggio, oppure lasciarla dietro nel punteggio, rimane quindi solo un po’ di amarezza per i Siciliani che però, possono essere contenti di una grande prestazione in trasferta. RAMMARICO