Sassari e Brindisi si ritrovano nei playoff dopo qualche anno di attesa, storie intrecciate delle due squadre, che i tifosi conoscono bene e che ripercorrono nelle loro menti con nostalgia delle serie inferiori, ma con il pensiero stupendo di poter pensare in grande.
La squadra di casa si presenta ai playoff dopo un anno di pausa, da quando infatti la Dinamo è arrivata in serie A quasi due lustri fa, ha mancato l’accesso alla post season in una sola occasione nella passata stagione, ora però, grazie alla cura Pozzecco si ripresenta più carica che mai e proverà a dare una nuova linfa ad una striscia di vittorie aperta fra campionato e coppa, che mai nessuno nella storia della società Sarda era riuscito a realizzare.
Ma cosa può caratterizzare questa serie dalle tinte bianco blu dal punto di vista della Dinamo?
Momento di forma:
Sassari arriva ai playoff nella miglior condizione possibile; striscia di vittoria aperta da oltre 15 gare fra campionato e coppa, rimonta dall’undicesimo posto sino al quarto, entusiasmo di società e pubblico oltre ogni aspettativa. L’unica pecca è determinata dagli acciacchi di McGee e Smith, con il play ex Cantù che non dovrebbe mancare all’appello, mentre per l’ex Pistoia, il rischio è quello di saltare le prime due gare.
Punto di forza per Sassari:
Dal punto di vista mentale, la capacità di Sassari di trovare lucidità e canestri nei momenti decisivi della gara è nata con l’arrivo di Pozzecco e da quel momento non ha più lasciato la squadra Sarda, che ha ormai trovato gerarchie definite e grande coesione di gruppo, caratteristiche fondamentali ai playoff; dal punto di vista tecnico, Cooley, Thomas e Pierre, possono fare la differenza vicino a canestro, sia come finalizzatori, sia per attirare raddoppi che possano riaprire il campo per la batteria di tiratori a disposizione di Smith e soci.
Il punto debole per Sassari:
la tenacia Brindisina, l’Happy Casa ha già espugnato il PalaSerradimigni, era un’altra Dinamo, ma quello che ha contraddistinto il cammino della squadra di Vitucci è una voglia di giocare le partite sino in fondo, che in qualche modo l’accomuna alla Sassari 2.0 attuale, al quale si aggiunge una mobilità vicina a canestro che può essere un problema per gli uomini di Pozzecco, anche se Cooley già altre volte ha sorpreso da questo punto di vista; situazione nel pitturato che la Dinamo può contrastare sacrificando il quintetto classico, dando spazio da 5, come già successo altre volte, a Thomas o Polonara, con la speranza per i tifosi sardi che questo non possa essere provante dal punto di vista del minutaggio per il Banco di Sardegna.
Il fattore per vincere la serie:
scontato ma quanto mai azzeccato è la voglia di vincere la partita; entrambe le squadre al di là del talento, hanno dimostrato durante la stagione, che i risultati sono arrivati anche e soprattutto grazie alla disponibilità di fare la differenza in tutte le pieghe delle partite, rimanendo presenti mentalmente sino alla sirena finale, il vero ago della bilancia, sarà rappresentato dalla capacità di tramutare in break decisivi nei finali di gara, questa voglia infinita di essere avanti nel punteggio.