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Riccardo Cervi: «L’Olimpia non mi ha più voluto, a Reggio Emilia sono considerato un mercenario»

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riccardo cervi, Nazionale Maschile Italia 2015 A due mesi dal clamoroso dietrofront dell’Olimpia Milano, che prima lo mise sotto contratto per poi ripudiarlo pochi giorni dopo senza mai fornire una spiegazione ufficiale, Riccardo Cervi offre al Resto del Carlino la sua verità, ora che si è accasato ad Avellino.

Cervi, perché Milano non l’ha più voluta?
«Perchè non ho superato le loro visite mediche. Io le ho sostenute tranquillo e fiducioso. Anche perchè lo staff medico dell’Olimpia era stato informato di tutta la mia situazione fisica da quello reggiano. Sapevano ogni cosa della storia delle mie ginocchia, che a lungo avevano sofferto di infiamma- zioni tendinee. Ma negli ultimi due anni sono sempre stato bene, e anche questo all’EA7 era noto».

Come le hanno comunicato la decisione di rinunciare al suo ingaggio?
«Alcuni giorni dopo le visite mediche ho ricevuto una telefonata dal mio procuratore, Balducci, che mi ha comunicato il tutto».

La sua reazione?
«Incredulità totale. Capirei se durante la stagione avessi avuto problemi, avrei capito la loro scelta. Ma sono stato benissimo. Per me è stata una mazzata del tutto inaspettata».

Avete chiesto spiegazioni?
«Ovviamente, e dettagliate. Abbiamo avuto tutti i referti e la documentazione delle visite e degli esami sostenuti. Milano però aveva il diritto, sulla base dei termini del precontratto, di agire così. Ripeto, la cosa mi ha stupito, nei playoff, così lunghi e intensi, mi sono sempre allenato, e dopo, in Nazionale, nessun tipo di problema, con due allenamenti al giorno».

Ha pesato quanto avvenuto a Milano sulla sua mancata convocazione per gli Europei?
«Diciamo che le brutte notizie mi sono arrivate proprio mentre stavamo per giocare la Trentino Cup dove, causa assenza dei compagni Nba, avevo più spazio. Purtroppo non ero sereno e non sono riuscito a concentrarmi al 100% sulla maglia azzurra».

Avrebbe potuto rimanere alla Grissin Bon prima?
«Io lo volevo fortemente. Ma non si sono evidentemente create le condizioni. Il mio agente e la società si sono sentiti al telefono, ma mai incontrati».

E prima che arrivasse l’offerta dell’Armani? Il possibile rinnovo del suo accordo con Reggio è stato un vero caso, per tanti mesi…
«Io non ho firmato subito il triennale che Reggio mi propose a inizio 2015 anche per rispetto della società reggiana, volevo prima vedere come giocavo e come sarebbe andata la stagione. Dopo la finale scudetto abbiamo parlato, ma l’offerta formale della Pallacanestro Reggiana è arrivata lo stesso giorno di quella dell’Olimpia. E’ falso quindi che io, in precedenza, aves- si già stretto un accordo con loro».

Allora perchè ha accettato l’offerta dei lombardi?
«Perché avevo voglia di mettermi in gioco in una nuova realtà, di provare nuovi stimoli e opportunità. Volevo scommettere su me stesso. Questa è stata la sola ragione, checché ne dicano tanti a Reggio».

Con chi ce l’ha?
«Con quei tifosi che, specie sui social network mi hanno accusato di essere un mercenario, di tirarmi indietro sul campo. Ho ricevuto accuse personali incredibili, persino lettere anonime con offese irriferibili. Questo è un aspetto che voglio dimenticare. Mentre porterò sempre nel cuore l’ovazione ricevuta nel momento del mio ingresso in campo in gara-1 contro Sassari. Mi commuovo ancora a pensarci».

E’ andato ad Avellino per prendersi delle rivincite personali?
«La Sidigas si era interessata a me già prima che lo facesse Milano. E dopo il loro ripudio è tornata sotto con insistenza. Ho parlato con coach Sacripanti che ha molta fiducia in me, fisicamente sto benissimo. Voglio giocare bene per me stesso e la mia nuova squadra, ma non contro qualcuno».

Si trova bene in Irpinia? L’aiuta il fatto di avere con lei Giovanni Pini?
«Ci stiamo ambientando bene. La città forse è un po’ meno ‘viva’ di Reggio, ma ha una grande passione per il basket».