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Reyer Venezia, il pagellone dei campioni d’Italia.

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Si è conclusa con la vittoria dello Scudetto da parte dell’Umana Reyer Venezia il campionato di Legabasket Serie A 2018-2019.
Ecco le nostre pagelle finali sui giocatori oro-granata per la stagione appena conclusa.

#0 Marquez Haynes 7,5.
L’uomo di fiducia di De Raffaele, il Capitano che ai playoff zittisce detrattori e critici sulla sua regular season ondivaga e un po’ troppo deludente, perchè come ha dichiarato alla fine di gara7, i playoff sono un’altra storia e Quez ha dimostrato di averli giocati con la testa giusta. Tante partite giocate con poca sostanza offensiva durante la regular season, ai playoff diventa determinante e decisivo lasciando tutto alle spalle.

#1 D.J. Kennedy 5,5.
Arrivato a fine stagione per incidere e aiutare a livello atletico e muscolare sotto-canestro, gioca 5 partite a fine regular season. Un infortunio per tendinopatia achillea lo blocca definitivamente e ai playoff non rientrerà più nelle rotazioni facendo presenza fissa in tribuna.

#5 Julyan Stone 8.
Giocatore assolutamente fondamentale nel sistema Reyer di coach De Raffaele, a livello offensivo per mettere in scia i compagni con le sue scorribande e soprattutto in quello della propria metà campo, vedere la sua difesa su Crawford nelle semifinali contro Cremona. Un giocatore perfetto per le dinamiche oro-granata. Movimenti ed energia che hanno sempre dimostrato tantissimo per la squadra, non entrano nelle statistiche ma danno quel valore in più. Si è sempre dimostrato valido durante l’anno e come molti dei suoi compagni, ha alzato l’asticella ai playoff facendosi valere come uno dei migliori del campionato nel 1vs1 difensivo.

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#6 Michael Bramos 8.
Tanti up&down durante la stagione per “The Shot”, ma quando c’è da giocare la gara decisiva e quella che conta ai playoff, bisogna citofonare a casa sua. Ci ha messo sempre il suo marchio in difesa e in attacco durante la stagione risultando ancora una volta decisivo nel tiro dai 6.75, uno dei migliori nella statistica. Le gare5 con Trento e Cremona e la gara7 con Sassari son già passate alla storia dei tifosi oro-granata per le sue prestazioni monster.

#7 Stefano Tonut 7,5.
Stagione positivissima per il “mulo” figlio di Alberto, ma come sempre condizionata dagli infortuni e da quella cefalea che l’ha condizionato nel finale di campionato e inizio playoff. Ma non si è mai dato per vinto, producendo sempre una gran pallacanestro figlia di penetrazioni in area colorata e attacco al ferro con costanza, i compagni possono solo che ringraziare.

#9 Austin Daye 7,5.
Una data chiave sulla sua stagione: 2 marzo 2019, ossia la trasferta al PalaDozza contro la Virtus Bologna e la sua esclusione dai 12 della partita. E’ a rischio taglio, coach De Raffaele gli chiede di cambiare atteggiamento, oppure quella è la porta dell’uscita. A inizio stagione non demerita, poi diventa un chiaro punto di domanda nella gestione tecnica dall’espulsione rimediata contro Nanterre facendo trasparire tante, troppe perplessità sul suo talento. Ma dalla trasferta di Bologna per l’appunto in poi, diventa un altro giocatore, più umile, più disposto a giocare per la squadra alzando il suo rendimento. Ai playoff è storia recente il suo meritato premio di Mvp delle Finals. Rigenerato.

#10 Andrea De Nicolao 7,5.
Personalità da vendere, garra, carattere. Dalla panchina è la guida della squadra nei giochi in pick&roll a palla ferma, rispetto alla stagione scorsa mostra quella faccia tosta da giocatore migliorato in attacco e soprattutto in difesa con soluzioni ideali per la squadra grazie alla mano dello staff tecnico. Fondamentale sia in regular season, sia nei playoff.

#14 Gasper Vidmar 7.
La roccia slovena che non si scalfisce. “Gapi” resta inutilizzato per gran parte della prima tornata di stagione e per un periodo sembra giocare con 40Kg di zavorra sotto i piedi mostrando troppe volte poca reattività e atletismo, quello che si vorrebbe da lui. Ma, anche grazie allo staff Reyer, migliora a livello fisico e ritorna nel giro delle rotazioni in tempo per i playoff. Utilissimo per le battaglie nella post-season, fa valere la sua presenza. Determinante negli aiuti sugli esterni avversari, essenziale.

#17 Deron Washington sv.
Sfortunato sicuramente. Problemi fisici durante la preseason, a inizio campionato e l’infortunio ai tendini della spalla nella trasferta di Bologna che lo mette ko definitivamente.

#19 Paul Biligha 6.
Il pivot della Nazionale durante la regular season non demerita per nulla, ma è ai playoff che De Raffaele ha altre opzioni a riguardo. Il coach livornese infatti decide di non schierarlo più per scelta tecnica che per guai fisici. Pronto a salutare la Reyer, forse destinazione Olimpia Milano,

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#21 Marco Giuri 6,5.
All’inizio ricambia molto bene la fiducia data dallo staff tecnico facendosi trovare pronto al tiro pesante e solido in difesa. Perde minutaggio nella parte centrale dell’annata causa anche un infortunio alla caviglia prima del match con Pesaro. Ma nel finale di stagione ritrova qualche minuto anche se col contagocce. Sempre il primo a sostenere i compagni dalla panchina.

#22 Valerio Mazzola 7.
Parte dapprima dalla panca come gregario, trova la sfortuna di infortunarsi al bicipite femorale destro e perde così diverse partite durante l’andata. Nel girone di ritorno De Raffaele decide di mandarlo in pianta stabile nello starting five e si merita ampie sufficienze pur consapevole dei suoi limiti. Nei playoff è un crescendo soprattutto in chiave difensiva non apparendo troppo nelle statistiche, ma il suo contributo lo dà eccome.

#30 Bruno Cerella 7,5.
Per un gran pezzo della stagione è un assiduo scalda-panchina con veramente poche partite ritenute da buon minutaggio. Ma è ai playoff che Bruno diventa assolutamente indispensabile negli aiuti difensivi, si dimostra intelligente e sempre disponibile ad aiutare i compagni. Un mastino tutto-cuore.

#33 Davide Casarin sv.
Con il serbo Mihajlo Jerkovic è il simbolo dei giovani dell’Umana Reyer nell’allungare le rotazioni. Esordisce in Serie A1 nell’ultima gara di regular season con Brescia a nemmeno 16 anni compiuti e riesce perfino a segnare. Il futuro è tutto dalla sua.

#50 Mitchell Watt 8.
Regular season da assoluto trascinatore della squadra, playoff sotto-tono, ma non per questo non incisivo. Cresciuto esponenzialmente dalla scorsa stagione, durante l’anno sotto le plance diventa un vero e proprio fattore offensivo facendo talvolta reparto da solo venendo battuto solo da Drew Crawford di Cremona per il premio di Mvp della stagione. Nei playoff soffre le squadre fisiche e va in crisi in certi frangenti con i falli commessi, ma il suo mattoncino lo mette in modo evidente.

#77 Tomas Kyzlink 6,5.
Su 64 partite stagionali, ha giocato un solo match in campionato (4′ con Brindisi nel match di andata) e quattro in Champions. Nella conferenza stampa post-match con Friburgo, ha fatto trapelare il suo amore per il progetto Reyer confessando di aver ricevuto diverse proposte e di averle rifiutate restando in oro-granata durante la stagione, capendo il livello troppo alto delle partite. Un simbolo di dedizione e coesione. Senza trasparire polemiche e proteste.

Coach Walter De Raffaele 10.
Dopo la sconfitta maturata contro Sassari in Coppa Italia mal gestendo un +20 sul 72-52 al 25′, il coach livornese dichiarò che fu la sua sconfitta più cocente sotto la sua gestione. Piovvero critiche a fiotte sull’eliminazione, l’uscita un mese dopo in Champions lasciava presagire nulla di buono e poco ottimismo dagli addetti ai lavori sulla prospettiva di vincere qualcosa ancora con la Reyer. Invece, De Raffaele ha zittito ancora tutti con il suo modo di essere, di allenare, ha avuto ancora ragione lui in barba a critiche e demagogie da strapazzo. Scelte tecniche e drastiche a difendere sempre il suo percorso, ha fatto quadrare i conti perfettamente e alla fine è riuscito a creare un altro capolavoro. Secondo scudetto in tre anni, terzo trofeo con l’Umana Reyer, contro tutto e tutti. What else?

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