Prima di ritorno e subito sfida spumeggiante tra la Grissin Bon Reggio Emilia e la Dolomiti Energia Trentino.
Padroni di casa che vengono dal rotondo successo esterno conseguito a Brindisi, dove hanno strapazzato i locali con un perentorio 79-56; ospiti inopinatamente sconfitti a Bologna (78-88) dopo una partita decisamente incolore.
Reggio Emilia occupa il terzo posto in classifica con 22 punti, Trento è sesta, avendo ottenuto sinora 18 punti.
Nel girone di andata, Trento all’esordio nel massimo campionato, venne sconfitta dai reggiani con il punteggio di 78-69; partita praticamente decisa nel secondo quarto, parziale di 11-28, e con le prove di Kaukenas e Diener che fecero la differenza.
Ricordiamo che le due compagini, dopo l’incontro di domenica, si ritroveranno venerdì 20 febbraio per la Final Eight 2015.
Intanto, appuntamento al PalaBigi domenica alle ore 20.30, con diretta su Rai Sport 1.
LA CHIAVE TATTICA
Si affrontano due squadre costruite in modo simile e con la medesima filosofia: Reggio Emilia con un basket bello da vedere, Trento che mette in campo grande energia. Hanno tanto in comune come la base italiana del roster, il puntare sui giovani e non ultimo, affidarsi a due coach come Max Menetti e Maurizio Buscaglia che hanno una lunga permanenza sull’attuale panchina: sei anni, senza contare quelli da vice, per Menetti, ed addirittura nove per Buscaglia.
Reggio ha percentuali superiori nel tiro: da due ( 53,4 vs 49,2) e da tre ( 38,8 vs 34,6), specialità nella quale è la migliore del campionato e può contare su specialisti quali Diener, Kaukenas e Polonara , anche se Trento, dall’altra parte non sfigura, avendo con Marco Spanghero il miglior specialista del campionato e, senza dimenticare la pericolosità dai 6.75 di Mitchell.
Del resto caratteristica di Reggio Emilia è il gioco sul perimetro, mentre Trento potrebbe sfruttare, approfittando dell’assenza di Darius Lavrinovic, l’enorme gioco che sviluppa sotto canestro: sarà una bella lotta, sicuramente anche in chiave azzurra, con da una parte Cervi, Polonara e Silins, e dall’altra Pascolo, Owens e Baldi Rossi.
Senza voler dimenticare gli enfants prodige nazionali Mussini e Flaccadori, e, da ultimo, che in ogni caso se in casa reggiana c’è il miglior playmaker del campionato, il solito Cinciarini, gli ospiti schierano il miglior realizzatore del torneo, Tony Mitchell.
QUI REGGIO EMILIA
La compagine di casa non ha particolari problemi, anche se ha rilasciato Donell Taylor, autore di buone prestazioni nei due mesi di permanenza e soprattutto per la sua pericolosità nel tiro dalla lunga distanza, ed è ancora in attesa del completo recupero di Darius Lavrinovic. Soprattutto l’assenza del lungo lituano costringerà i compagni di reparto ad una maggiore attenzione, a dover alzare l’asticella delle prestazioni.
Il netto successo conseguito a Brindisi, ha comunque aumentato la consapevolezza delle possibilità in questo campionato della compagine di Menetti, i cui meriti non sono sempre messi in evidenza: basti pensare alla crescita e all’utilizzo di Polonara.
QUI TRENTO
La sconfitta di Bologna pare non aver lasciato strascichi in casa aquilotta. La pausa per l’All Star Game ha dato la possibilità di resettare l’insuccesso e di riposare sia fisicamente che mentalmente.
Buscaglia nel presentare la trasferta di Reggio Emilia ha messo in evidenza le qualità avversarie ” squadra ricca di tanta qualità, di giocatori pericolosi in contropiede, precisi nel tiro da tre punti, e con lunghi atipici. Ha un roster completo, capace di esprimersi ad altissimi livelli non solo in casa, ma ovunque”, ma nel contempo ha messo l’accento su quanto ha finora fatto vedere l’Aquila “In attacco finora abbiamo avuto buoni numeri, in termini di punti, di numero di tiri, di rimbalzi e quindi di possessi , ma soprattutto delle aspettative legate al girone di ritorno : dobbiamo alzare il livello, dobbiamo migliorare la qualità delle nostre scelte senza perdere per strada quanto di buono fatto finora. In difesa dobbiamo avere più costanza nell’arco dei quaranta minuti: e questo significa riuscire a giocare in dieci, per essere lunghi, profondi, e quindi mettere sempre il giusto livello di aggressività in campo”.