E’ forse la sorpresa più luminosa della prima parte di stagione della Grissin Bon Reggio Emilia. Parliamo ovvimente di Federico Mussini, playmaker classe ’96 nativo proprio del comune Emiliano, che alla sua prima stagione in massima serie ha fin qui collezionato medie rispettabilissime per un atleta così giovane (4.7 punti in 17.3 minuti in media di utilizzo, tirando con il 40% da 2, il 32.8% da tre ed un ottimo 85.7% dalla linea della carità). Le buone prestazione del talentuosissimo play italiano gli sono anche vale la prestigiosa convocazione al Nike Hoop Summit di Portland, dove si confronterà con alcuni dei più forti pari età a stelle e strisce.
Nel giorno del suo diciannovesimo compleanno, il giovane Mussini si è confidato al sito ufficiale della Grissin Bon, raccontandosi a tutto tondo. Di seguito l’intervista integrale riportata dal sito della Pallacanestro Reggiana:
Federico, innanzitutto buon compleanno! Oggi sono 19…Come vivrai questa giornata?
Grazie mille. Inizio ad invecchiare anche io…Come sempre dovrò andare a scuola, poi nel pomeriggio allenamento e la sera cena in famiglia. Una giornata di routine.
Mercoledì pomeriggio l’ufficialità della convocazione per il Nike Hoop Summit. Raccontaci le tue emozioni.
Sono contentissimo. Si tratta di un evento davvero importante, al quale hanno partecipato tante prime scelte NBA negli ultimi anni. Sarà un’esperienza unica e non vedo l’ora di poterla assaporare sul parquet di Portland.
Conosci già qualcuno dei tuoi compagni con i quali condividerai l’esperienza a Portland?Conosco Stefan Peno (un play serbo del ’97, ndr) e Nedim Buza (ala bosniaca del Sarajevo, ndr). Gli altri miei compgnai non li conoscevo, sono andato a vedermi qualche video su Youtube. Mi inorgoglisce comunque il fatto che siamo solo noi tre gli europei convocati, sarà l’ocasione per conoscere tanti altri ragazzi provenienti da tutto il mondo. Porterò un po’ di Reggio Emilia negli States.
Un reggiano che tenta di essere profeta in patria. Storia già vista e rivista. Come gestisci la pressione? Non la definirei una pressione negativa. Anzi, per quanto mi riguarda si tramuta in calore ed affetto. Conosco personalmente da anni molte delle persone che vengono al PalaBigi, questo mi da la carica per dare tutto me stesso ogni partita. Per ora vivo ancora tutto come un bellissimo sogno, magari la pressione sono io a metterla a me stesso. Ho molte aspettative sul mio operato.
Ad inizio anno eri una novità per quasi tutti. Poi anche gli avversari hanno iniziato a temerti e a prenderti le misure. Come hai vissuto questo cambiamento?
Credo che questo sia stato l’aspetto chiave della mia stagione. Soprattutto nell’ultimo periodo ho avuto qualche difficoltà ed il mio gioco ne ha risentito. Hanno iniziato a mettermi pressione e a studiarmi, quindi non ho avuto la libertà d’azione che avevo ad inizio stagione. Da un lato però questo non può che farmi piacere, significa che mi temono e che posso mettere in difficoltà chiunque. Ora sta a me lavorare duro affinchè io riesca a fare la differenza nonostante le attenzioni degli avversari.
Passare dalla C2 all’Eurocup in pochi mesi. Raccontaci queste due esperienze agli antipodi tra loro.
In primo luogo è una grande soddisfazione. Viene ripagato il lavoro fatto in tanti anni. L’anno scorso è stato molto utile perchè, oltre a giocare due volte a settimana, la possibilità di misurarmi con atleti esperti e con un livello fisico senior mi ha fatto crescere molto ed ha attuttito il salto nei professionisti. In Eurocup poi la fisicità è molto accentuata, è stato stimolante confrontarsi con alcuni tra gli atleti migliori del panorama europeo.
Cosa è per te la Pallacanestro Reggiana?
Una seconda famiglia. Gioco qui praticamente da quando sono nato, quindi sono particolarmente legato a tutti. Ringrazio la società per il percorso di crescita che mi ha fatto fare, per la fiducia che sta riponendo in me e per avermi permesso di partecipare al Nike Hoop Summit, saltando una gara di campionato.
Presente e futuro con la Grissin Bon. Quali sono gli obiettivi personali e di squadra per i prossimi mesi?
Io ho un sogno. Andare in finale scudetto. La qualificazione in Eurolega sarebbe un traguardo storico e speciale per questa società. So che penso in grande, ma abbiamo il dovere di provarci fino in fondo. Personalmente so che devo lavorare molto per dimostrare di più cosa posso fare ed essere un giocatore importante anche ad alto livello.
Vivi per il basket. Ma guardi solo la NBA o anche la pallacanestro europea ti affascina?
Guardo di tutto. Mi organizzo tra allenamenti e compiti e appena c’è del basket in TV corro a vederlo. Inutile nascondere che mi affascina molto l’Eurolega, oltre alla pallacanestro d’oltreoceano. Se Stephen Curry è il mio idolo NBA, a livello europeo stravedo per Sergio Rodriguez del Real Madrid.
Lo spogliatoio biancorosso. Oltre al legame assodato con Della Valle, hai qualche altro compagno con il quale sei particolarmente in sintonia?
Sono tutti bravissimi ragazzi, molto simpatici. Ho un buon rapporto con tutti, se devo fare due nomi dico Andrea Cinciarini che è il mio compagno di stanza nei ritiri ed Achille Polonara, con il quale ho passato tanto tempo perchè, dato che fino a pochi mesi fa non avevo la patente, mi ha dato tanti passaggi per andare ad allenamento.
Il rapporto con la scuola ed i professori. Ti aiutano? Come fai a conciliare studio e sport?
I professori capiscono i miei impegni e sono molto comprensivi, per questo ci tengo a ringraziarli. Conciliare tutto non è facile, sono all’ultimo anno di Liceo Scientifico Aldo Moro e quindi tra pochi mesi dovrò sostenere l’esame di maturità. A volte sono costretto a studiare quando vorrei riposarmi, ma è un sacrificio che faccio volentieri.
Quali sono i tuoi programmi per l’estate?
Come dicevo, la maturità è il primo step che io considero molto importante. Ammetto di avere un po’ di paura, abbiamo fatto qualche simulazione d’esame e non sarà facile. Il resto della mia estate la passerò allenandomi e preparando gli impegni con la Nazionale. Prima i Mondiali U19 in Grecia poi, spero vivamente, gli Europei U20 che si disputeranno in Italia.
Cambiamo argomento. Mussini e la cucina emiliana. Sei così magro, ma ogni tanto qualcosa lo mangi?
Anche se non sembra mangio eccome. Da buon reggiano apprezzo molto la cucina di casa nostra. Se dovessi indicare quali sono i miei piatti preferiti, direi assolutamente le lasagne. Inoltre apprezzo qualsiasi tipo di carne.
Continuiamo con Federico fuori dal campo. Che valore ha per te la famiglia?
Se non ci fossero stati loro io non avrei nemmeno iniziato a giocare. Hanno fatto sacrifici enormi per me fin da quando ero piccolo. Loro ci sono sempre stati, sono i miei primi sostenitori, ma anche le ancore a cui aggrapparmi quando le cose vanno male. Nei momenti difficili so che posso contare su di loro.
Ultima domanda. Ma è vero che sei uno dei single più ricercati di Reggio Emilia?
Decisamente si. Mi gioco il primo posto con Pechacek! (ride) Per ora non ci penso, però la mia eventuale ragazza dovrà capire i miei impegni, sostenermi in quello che faccio ed avere tanta pazienza.