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Ragland traccia il solco, la squadra lo difende: Cantù-Avellino in Count Down

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Saluto squadra Pallacanestro CantuAnalizzando i numeri dell’ottava vittoria di Cantù in nove impegni ufficiali tra Serie A ed Eurocup non si può che partire dalla prova monstre di Joe Ragland, capace di creare attacco da solo anche quando la palla si muove poco. Ma Cantù risolve la partita quando prende il controllo del proprio tabellone dopo l’avvio incerto e limita le palle perse dopo le 4 del solo primo quarto, spostando nelle proprie mani il baricentro del match. Richardson e Dean non bastano alla Sidigas, schiantata nel ruolo di point guard dal #20 in biancoblu e con un Thomas ben limitato dalle torri di Sacripanti.

10 canestri (su 16) dal campo e 10 punti nel 4° quarto per un Joe Ragland (24 pti, 5 assist, 29 di valutazione) a tratti onnipotente. Il folletto biancoblu taglia a fette la difesa di Vitucci in penetrazione (8/11 da due) e quando più conta mette due triple da fermo in faccia al difensore (prima Spinelli, poi Dean) che tagliano le gambe agli irpini.

Joe Ragland Pallacanestro Cantu9 come le palle perse di Avellino nel secondo tempo, a fronte delle sole 5 nei primi 20′. Dopo l’eccellente inizio di ripresa (14-5 di parziale in 4′) la Scandone sbatte contro la zona di Sacripanti e perde il proprio ritmo in attacco, esaltando viceversa quello dei padroni di casa.

8 come i punti di Cusin (in totale 10 più 4 reb) nel 2° quarto. In un momento in cui i brianzoli non vedono la luce dai 6.75 (0/4 di squadra, 1/8 nell’intero primo tempo) il centro azzurro mette i canestri che servono dal pitturato e raddrizza la partita nel momento migliore degli ospiti.

7 punti e 7 rimbalzi per un Leunen dalla mano fredda al tiro pesante (1/4 da tre), ma essenziale per lubrificare la stantia circolazione di palla canturina nella ripresa. E il lavoro, oscuro ma non troppo, che svolge sotto le plance e in difesa lascia il segno sulla partita.

6 come i rimbalzi offensivi Sidigas nel primo quarto, che gli irpini hanno il torto di non capitalizzare (5/18 dal campo nei primi 10′). Da lì in poi Cantù ne concede solo 4, riequilibrando la lotta sotto i tabelloni e gettando le basi per prendere il controllo del ritmo partita.

5 come le triple (su 10) di Taequan Dean (19 pti e 4 reb). Il veterano da Louisville è la spina dorsale, insieme a Jeremy Richardson (19 più 7 reb) dell’attacco irpino, che si spegne quando Cantù trova le contromosse per negare ai due comode ricezioni sul perimetro.

Schiacciata Adrian Uter Pallacanestro Cantu4 come i punti (firmati dal solo Cavaliero) delle seconde linee Sidigas, che mandano in archivio una prova insufficiente, compreso un Dragovic (0 pti in 11′) che spreca l’occasione del quintetto base offertagli da Vitucci in contumacia Hayes.

3 canestri dal campo (su 5) di un Adrian Uter (7pti più 2 reb) il cui impatto va oltre le cifre. Il giamaicano, impiegato nella ripresa per 15 dei suoi complessivi 19′, lavora forte in difesa sugli aiuti e recuperi, non va sotto contro il temuto Thomas (11 e 8 reb, di cui solo due negli ultimi 20′) e chiude con il plus/minus (+13) migliore del match.

2 come le palle perse di Cantù in ciascuno degli ultimi 3 periodi, contro le 4 del solo primo quarto. Dopo più di un errore banale in avvio, i brianzoli curano il trattamento di palla e invertono il quoziente Assist/Perse (10/4 nella ripresa dopo il 4/6 del primo tempo), ritrovando fluidità in attacco.

Jaka Lakovic Sidigas Avellino vs Maarty Leunen e Stefano Gentile Pallacanestro Cantu1 fallo antisportivo sanguinoso, con cui Richardson macchia la sua partita a 2” dalla fine del 3° quarto. E Stefano Gentile presenta un conto salato, segnando i due liberi e alzando d’istinto, direttamente dalla rimessa, l’alley-oop del +8 per Uter, dopo che Leunen, ricevitore inteso del pallone, era scivolato a metà campo.

0 punti con 0/2 dal campo di Jaka Lakovic nel primo tempo. Quando Avellino sembra poter prendere il controllo del match mancano le giocate del talento sloveno (8pti e 7 assist alla fine, ma 2/7 da tre) per mettere all’angolo Cantù nel suo momento peggiore.

Stefano Mocerino

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