Tra Milano e Raduljica c’è di mezzo… Sasha Djordjevic. Proprio lui è nella galleria dei grandi di Milano, proprio lui ha allenato il centro milanese prima al Panathinaikos e poi con la maglia della nazionale serba. Un allenatore che per Raduljica, come ha dichiarato in una intervista a La Stampa, è un punto di riferimento: “E’ la figura più importante per me, per ciò che mi ha insegnato in campo e non solo. Da lui ho capito come si deve vivere fuori dal campo per essere più efficace sul parquet, e ha saputo trasmettere questo spirito a tutti i miei compagni di Nazionale. Non a caso, l’ultima stagione vissuta con lui prima al Panathinaikos e poi con la Serbia è stata la mia migliore, per affidabilità e continuità. Ho comunque scelto Milano per tante altre ragioni, per il fatto che Olimpia e Armani sono marchi noti e a tutti, è una società che ha scritto pagine di storia e si respira un ambiente che nutre grandi aspettative”. Raduljica, atleta che tra Milwaukee e Minnesota ha calcato il parquet Nba, come lui Dragic e in aggiunta anche un campionato europeo come Hickman: “Abbiamo le premesse e una panchina profonda e talentuosa per fare bene, – continua – ho trovato un gruppo di persone pronte a favorire il mio ambientamento. Un processo che, per quanto tu sia bravo oppure esperto, non è mai semplice”. America, Europa e anche Cina: “Sono una persona con la mente aperta, amo viaggiare e sono curioso, adoro scoprire culture e stili di vita differenti. La Cina mi è piaciuta, anche se in pochi parlano inglese, e allora comunicare non è facile soprattutto se hai bisogno di farlo velocemente. In campo e fuori”. Ma adesso si “pensa” italiano: “Non conosco ancora bene il livello del campionato, in passato ho affrontato poche squadre italiane, ma qui, come nel resto del mondo, vince chi lavora meglio. E sono pronto a farlo”.