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Prova di forza Canturina, Sassari regge solo metà gara.

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Cantù cerca e trova la continuità e la vittoria davanti al proprio pubblico, porta una ventata di serenità fra i tifosi della RedOctober, che vedono non solo due risultati positivi di fila, ma un gruppo unito che sviluppa gara dopo gara una chiara idea di gioco. Sassari paga caro l’assenza di Lydeka, perché le diverse soluzioni fra i lunghi a disposizione di coach Kurtinaitis, ha fatto la differenza, soprattutto dopo l’uscita per 5 falli di Savanovic, che ha realmente fatto perdere l’ago della bilancia per la Dinamo, da quel momento disunita e incapace di trovare in attacco la giusta continuità per tenere la gara aperta.

Sassari costretta a rinunciare a Lydeka, parte con Olaseni in quintetto, che subito si mette in mostra nei rimbalzi offensivi, mentre Cantù prova a sfruttare il vantaggio fisico nel pitturato. I padroni di casa provano ad alzare il ritmo, difesa forte sui portatori di palla, senza concedere spazio anche ai lunghi lontano da canestra e ripartenze rapide, questo tipo di atteggiamento permette alla squadra di Kurtinaitis di guidare nel corso del primo quarto, nonostante diverse prodezze di Savanovic, puntualmente rispedite al mittente da azioni altrettanto belle di Waters. L’energia dei padroni di casa messa sul parquet, sembra superiore e la schiacciata di Johnson certifica questa cornice, con il primo quarto che si archivia con un’ottima Cantù in attacco, 30-25.
Dopo la prima minipausa Pilepic permette a Stipcevic e alla Dinamo di ricucire lo strappo, Cantù va in bonus con ancora 9 minuti nel quarto da giocare e il croato dalla lunetta chiude il gap.
Pasquini con il quintetto piccolo ordina la zona ai suoi, con Devecchi o l’ala piccola di turno, incaricato di raddoppiare nel momento in cui la palla arriva nelle mani del centro Canturino, nella fattispecie ad inizio quarto Jhonson; la scelta ripaga Sassari che causa due perse ai padroni di casa e il primo controsorpasso ospite, con Lawal perennemente in ritardo su Savanovic.
La difesa sui pivot in caso di raddoppi, è il tema che mette in risalto per entrambe le squadre, tutti i limiti nelle proprie metà campo e Olaseni da una parte e Lawal dall’altro ne approfittano nel migliore dei modi, con i padroni di casa che rimettono il naso avanti; per cambiare il gioco da una parte e dall’altra, fioccano le conclusioni dalla lunga distanza, con Stipcevic e Waters che si scambiano le cortesie dai 6.75 con il punteggio che premia i padroni di casa, 51 – 49.
Al ritorno dagli spogliatoi, gli attacchi scoppiettanti e le percentuali alte, lasciano spazio ad una serie di errori, sia in post basso, sia dalla lunga distanza, che frena il ritmo e consente a Cantù, forse con una maggiore lucidità, di costruire un break che vale il +9, con Sassari aggrappata a Savanovic; a tratti si gioca in maniera speculare, la scelta offensiva di una squadra è la stessa messa in gioco nell’azione successiva dalla squadra avversaria, Olaseni e Jhonson si mettono in luce nel pitturato ma il finale di quarto premia ancora i padroni di casa: Savanovic commette il suo quarto fallo e le proteste per la chiamata arbitrale portano al quinto fischio, costringendo Pasquini a delle rotazioni ancora più complicate, mente la RedOctober con Darden sugli scudi, porta il vantaggio in doppia cifra 72-59 al 30’.
Pasquini cerca nella difesa le risorse per far svoltare la gara dei suoi, il quintetto piccolo scelto dai Sardi, sembra funzionare nella propria metà campo, ma in attacco Cantù è brava a seguire sul primo passo gli esterni della squadra ospite e le forzature, ne ampliano, ne riducono la forbice tra le due squadre.
Sassari ripropone il raddoppio in post sul centro avversario ma, la lettura di coach Kurtinaitis rispetto ai primi due quarti è chiara e la riapertura del gioco verso gli esterni, riapre tutta l’area per la RedOctober che banchetta nel pitturato Sassarese, Darden, Jhonson e Travis firmano il +16 e Pasquini è costretto al time out a 5’ dalla fine sul 78-62, con la Dinamo in piena confusione mentale.
Cantù inizia a giocare con il cronometro, rallentando il ritmo e bloccando il contropiede avversario e punendo all’occorrenza la difesa allungata degli ospiti. Gli ultimi tre minuti sono tutti di garbage time, dove Waters e compagni amministrano agevolmente il vantaggio e chiudono sul 90-69

Red October Cantù (coach Kurtinaitis)
Baparapè, Parrillo, Laganà, Pilepic 20, Waters 8, Callahan, Kariniauskas, Darden 17, Quaglia, Travis 14, Jhonson 15, Lawal 16,

Sassari (Coach Pasquini)
Johnson-Odom 11; Lacey 6, Devecchi 5, D’Ercole, Sacchetti 4, Lydeka, Savanovic 13, Carter, Stipcevic 13, Olaseni 17, Ebeling, Monaldi