Lunga intervista del presidente dell’Olimpia Milano Livio Proli alla Gazzetta dello Sport. La rivelazione più grossa è senza dubbio quella legata al passaggio della fascia di capitano da Gentile a Cinciarini “Ale deve capire se è ancora un ragazzo o è un uomo. È sempre stato un giocatore dell’Olimpia ma deve dimostrare che il triennale che ha con noi riflette quello che avevo visto in lui un anno e mezzo fa e che non ho visto pienamente nella scorsa stagione. Che è stata sfortunata, con tanti guai fisici che gli hanno fatto perdere fiducia nel tiro da 3. Ha avuto un crollo psicologico, arrivando ai playoff con tanta insicurezza. Le dichiarazioni egoistiche post scudetto hanno mangiato la vetrina di un momento bellissimo portando su di sé l’attenzione di tutto il basket italiano. La ripartenza con lui è basata sul fatto che faccia parte di un sistema, pur essendo un valore aggiunto. Se in questo sistema riuscirà ad essere uomo, probabilmente negli anni prossimi finirà in Nba. La fascia passa ad Andrea Cinciarini. Non mi illudo più che ci siano giocatori attaccati alla maglia, alla città. Ormai sono tutti dipendenti. Essere professionisti comporta che si impari a tenere un atteggiamento maturo, che si abbia rispetto del senso del dovere, anche lontano dalla società. Per questo il nuovo capitano sarà lui, uno che viene ascoltato in spogliatoio. Ed è per questo che Ale non lo sarà”.
Un segnale pesante per l’ormai ex capitano biancorosso che a seconda di quanto detto da Proli è logicamente dispiaciuto ma comprende i motivi di questa scelta.
Parole importanti anche su Petrucci e la sua lotta alla Eurocup ” Gli è stato chiesto di dimos trare di essere forte al servizio di Baumann, come ha fatto rispetto all’Eurocup. Ho capito che ha dovuto subire un indirizzo da un’autorità superiore e ha eseguito. Ci ha messo con le spalle al muro e qualcuno di noi –non l’Olimpia – ha dovuto piegarsi alla forza della Fip. Mi auguro che la stessa energia la metta in campo per ristrutturare il sistema basket attraverso una regola che imponga con tempi ragionevoli, nell’arco di 3 anni, che in Serie A non si possa giocare se non si hanno palazzetti da 5000 posti con regole di sicurezza che permettano ai bambini e alle famiglie di andare alla partita con serenità. E che crei un sistema dove economicamente, da parte federale, ci siano iniziative che non siano volte sempre a sottrarre ai singoli club ma creino valore aggiunto, tipo finanziamenti a fondo perduto, una community dove andare insieme a cercare soldi anche dove non ci sono. Vorrei che la Lega facesse quello che ha fatto Bertomeu in Eurolega, ma con la spinta della Fip, altrimenti si gioca a scaricabarile. E sugli italiani che si finisca di raccontare la solita storiella che nessuno crede nei nostri giovani quando invece è il sistema che va riformato. Spiegatemi come dovrei fare a Milano a far crescere i giovani. Se non nasce un campionato satellite dove far giocare solo gli italiani, restano solo le chiacchiere».