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Più Poeta per tutti, un omaggio a chi ama davvero la pallacanestro

Più Poeta per tutti, un omaggio a chi ama davvero la pallacanestro

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Ode al Poeta, di nome e di fatto, perché capace di declamare versi di assoluto valore sul parquet e trovare il modo, di essere ricordato come esempio di letteratura cestistica negli anni a venire.
Peppe from Battipaglia continua a stupire anche all’inizio di questa nuova stagione, confezionando per la sua Cremona due prestazioni da incorniciare e, se anche all’esordio la vittoria non è arrivata, il nostro autore preferito, è riuscito nell’intento di divertirsi e far divertire, senza dimenticare di mettere in atto il suo ruolo educativo per la nidiata di piccoli talenti presenti alla corte di Galbiati.
Per chi non ha avuto il piacere di seguire le prime due uscite della Vanoli in SuperCoppa, occorre fare un piccolo riassunto prima di continuare a leggere queste righe.

Cremona ha esordito in trasferta contro Sassari, presentandosi al PalaSerradimigni senza tre stranieri da quintetto e con nessuna vera amichevole sulle gambe per testare il proprio livello di preparazione; la truppa di Galbiati si presenta in Sardegna con 6 giocatori sotto il 2003 come anno di nascita (dentro anche Spagnolo in prestito dal Real), tra questi anche Nicholas Errica, classe 2005, infuriato ragazzo all’esordio tra i professionisti, fiero di aver marcato Logan e figlio di una madre disperata, per non aver potuto seguire in diretta quei momenti a causa di un problema sullo streaming di Eurosport (magra figura per una SuperCoppa che ha come Name Sponsor la compagnia televisiva che trasmette l’evento).
A fare da chioccia a questo gruppo spavaldo, ma particolarmente attento alle direttive impartite in panca da Galbiati, Peppe da Battipaglia, che in 46 minuti complessivi nelle gare con Sassari e Varese confeziona: 40 punti, 9 assist e rispettivamente 21 e 28 di valutazione… non male per un 35 enne (il 12 Settembre), che ribalta completamente i pronostici della vigilia per la sua squadra.

Al di là delle statistiche, quello che colpisce di Poeta è la sua espressione facciale sistematicamente felice, come quella di un ragazzino che calca per la prima volta il parquet; è il segno distintivo di chi ama questo sport, di chi ne fa una ragione di vita, di chi si diverte ad ogni palleggio, ogni passaggio, ogni tiro, ogni difesa, ogni cambio, ogni istante dal primo all’ultimo secondo che il cronometro sancisce contando alla rovescia. Lo vedi dal suo ghigno presente in qualsiasi momento della gara, quando parla con gli arbitri, quando riceve e impartisce ordini, quando attacca il ferro, quando si prende gioco di un avversario (vedi Burnell che si gira con fare minaccioso, verso la panchina avversaria rea di aver “sussurrato” qualcosa al momento del suo tiro, salvo poi sciogliersi davanti al viso sorridente del n°8). A far sembrare tutto un altro mondo poi, Peppe ci mette del suo, con quei pantaloni tirati su in pieno stile anni 80, che fanno battere il cuore ai più nostalgici, ma che a quanto pare, sono anche funzionali alla libertà di espressione che caratterizza il gioco del nostro eroe.

Queste righe, hanno un solo scopo, concedere a tutti i vari Zacchigna, Gallo, Vecchiola, Errica (i piccoli campioni compagni di squadra) e i loro pari età di tutte le società d’Italia, di poter vedere Poeta sul campo per poter apprezzare a pieno, quella sua capacità di vivere la pallacanestro nella sua versione migliore, quella genuina, fatta di sogni, di sorrisi, di spensieratezza: di gioco vero, quello più bello del mondo.

Permettete a tutti i giovani giocatori, appassionati, sognatori o chiunque si senta vicino al mondo della palla a spicchi, di vedere quel sorriso, quel dannato sorriso.

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