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Pietro Aradori: “Da grande mi piacerebbe fare l’agente.”

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Pietro Aradori, guardia-ala della Pompea Fortitudo Bologna, è stato sentito in un classico botta e risposta sull’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport nell’inserto Timeout.

Ecco qualche risposta.

Pregio? La simpatia, essere un giocherellone, amare la compagnia.
Difetto? Ce n’è una bella sfilza. La leggerezza, cioè prendere le cose in modo scherzoso: l’esperienza mi ha dimostrato che non sempre è l’atteggiamento giusto.
Qualità migliore di un giocatore? Fare spogliatoio.
Qualità migliore di un allenatore? Capire i giocatori e saperli mettere a proprio agio.
Qualità migliore di un arbitro? Non essere protagonista, lasciare il campo ai giocatori.
Giocatore preferito? Sono cresciuto con Kobe Bryant. Ma mi piaceva tanto anche Tracy McGrady.
Allenatore preferito? Enzino Esposito, anche se mi ha allenato solo individualmente, all’inizio della carriera a Imola e un’estate da lui in Spagna.
Partita indimenticabile? L’inaugurazione del Biella Forum, 1° marzo 2009: nella vittoria con Montegranaro segnai le prime 7 triple, poi sbagliai l’ottava.
Partita da dimenticare? La sconfitta con la Nazionale contro la Croazia a Torino al Preolimpico 2016.
EuroLega o NBA? EuroLega durante la stagione regolare, NBA per i playoff.
Da grande l’idea è diventare? L’agente.
Soddisfazione più grande? Avere amici veri, ne posso contare sulle dita di due mani. E una famiglia con genitori solidi.
Delusione più grande? Mi ricollego alla partita da dimenticare: non aver giocato l’Olimpiade.