Petrucci: “Nessuno tocchi la Nazionale, la realtà è che i club fanno giocare pochi italiani”
Il presidente Petrucci interviene dalle colonne del Corriere dello Sport, di oggi mercoledì 3 settembre, sulla Nazionale, sul rapporto FIP-Società e, in qualità di componente del Consiglio Nazionale del CONI, sui contribuiti al calcio.
E’ un’intervista ad ampio raggio, a cura di Andrea Barocci, dove il presidente Petrucci efficacemente ritorna sul poco uso che le società fanno dei giocatori italiani (“Sono tornato al basket da un anno e mezzo. Se proprio gli stessi dirigenti fanno giocare nei loro club solo atleti non utilizzabili per la Nazionale, il problema ricade su chi causa questi risultati”) e risponde alla critica che la squadra azzurra non abbia un gran richiamo: “Il ct Pianigiani e l’Italia (…) ci hanno riportato tra le prime 8 nazioni del nostro continente. Hanno appena chiuso al primo posto il loro girone andando agli Europei del 2015 che mettono in palio la partecipazione ai Giochi Olimpici” e sull’eventuale share basso della Nazionale aggiunge deciso: “Non credo”.
E’ l’occasione per tornare anche sul rapporto FIP-società, sulla Lega di serie A e il suo nuovo presidente Ferdinando Marino e sulla disponibilità della Federazione: “La FIP capisce ogni società (…). Se non hanno sciolto certi problemi, mi spieghino loro come risolverli. Io chiedo quali sono state le proposte fatte dai club ultimamente? (…) Dicano loro come fare il basket e noi ci adoperemo laddove sarà possibile”. E sulla Lega di serie A: “Ho conosciuto il nuovo presidente Marino, mi sembra una persona preparata e con idee per lavorare. Ora attendo indicazioni e non rimproveri: fare i primi della classe ed essere pessimisti non serve. Il basket è uno sport straordinario”, ma ribadisce, per le società professionistiche: “se non si hanno le risorse sufficienti perché partecipare?”
L’ultimo battuta è sui contribuiti che il CONI dovrà assegnare al calcio nel prossimo Consiglio Nazionale. Il presidente Petrucci spiega: “Il calcio non è più il motore dello sport italiano, ma solo il gioco più popolare: al basket non dà nulla (…) Per scommettere sui club del pallone e del basket non servono autorizzazioni delle società. Le puntate non si effettuano solo sul calcio italiano, ma anche su quello estero e sulla NBA. Ecco perché condivido la proposta studiata da una commissione di presidenti federali e che il presidente del CONI Malagò porterà in Consiglio Nazionale. Anche per me il calcio deve avere le stesse proporzioni di finanziamento delle altre discipline: la differenza che ne scaturità dovrà essere destinata a risolvere le carenze nei settori del mondo sportivo su proposta di Malagò”