L’ex coach di Milano Sergio Scariolo, che perse una finale con la Siena a cui sono stati revocati i titoli, si lascia andare in una intervista al quotidiano La Stampa
Scariolo, come ha reagito alla notizia dei due scudetti, più due Coppe Italia e una Supercoppa, revocati a Siena?
«In maniera distaccata: si parla di una questione amministrativa, anche se con un peso tangibile sulla stessa parte sportiva. Però la situazione complessa, e in grado di influenzare i risultati, era un’altra».
Quale?
«Penso al processo di Reggio Calabria, che ebbe delle conseguenze come gli avvicendamenti in sede di Procura federale e nell’organo addetto alle designazioni arbitrali. Quando parlai di aria rancida, quello era il tema oggetto della mia perplessità».
Dunque lei parlava soprattutto del mondo arbitrale, ma considerando l’ultima sentenza del Tribunale federale non vorrebbe la riassegnazione dei titoli revocati?
«Parlo per me: lo scudetto 2012, perso in finale nel mio primo anno a Milano, non posso sentirlo mio: non puoi considerare tua una cosa che non vinci sul campo. Certo, questo epilogo giudiziario rafforza la sensazione che le cose non andavano nella maniera normale. E questa anomalia non derivava da questioni fiscali».
Lei vive la realtà spagnola da quasi vent’anni: in casa di Barcellona e Real Madrid sarebbe potuto accadere qualcosa del genere?
«Difficile, molto difficile. In Spagna ogni struttura sportiva è sottoposta a controlli molto più rigidi a livello governativo, perché ci sono contributi economicamente superiori alle realtà del mondo dello sport».
Si chiede come sarebbe cambiata la sua carriera e quella dei suoi giocatori con quello scudetto in tasca?
«Non me lo chiedo, e parlare con il senno di poi è sempre facile. Ho vinto titoli prima e dopo quella stagione. Milano è stata un’esperienza come altre fatte nella mia vita, quel primo anno fu positivo, a livello di crescita e costruzione, però ci mancò il consolidamento nella stagione successiva. Non credo ci sarebbe stato un cambiamento sostanziale per la mia carriera».