Durante l’intervallo della semifinale di Coppa Italia contro Reggio Emilia, il team manager dell’Olimpia, Alberto Rossini si è trovato per le mani la più bollente di tutte le patate. Doveva comunicare in spogliatoio al Coach Jasmin Repesa che gli era stato sanzionato un secondo fallo tecnico. Significava espulsione automatica. L’istinto di sopravvivenza per un attimo ha avuto la meglio. “Ho detto ‘Forse è meglio se glielo dite voi’”. Poi si è sciolto in un sorriso che ha sdrammatizzato il momento di tensione. Ma non ha risolto il problema. Come dire ad un allenatore che nel secondo tempo non potrà allenare la squadra? Rossini l’ha fatto, Repesa ha incassato il colpo. Ha detto ai suoi assistenti di allenare senza condizionamenti. Ai giocatori ha detto di ascoltarli. Sarebbe andato tutto bene.
Massimo Cancellieri aveva già guidato l’Olimpia con l’ausilio di Mario Fioretti (i due d’altronde vivono in simbiosi da quattro anni, condividendo lavoro, emozioni, impegno) quattro volte. In tre occasioni il capo allenatore era indisposto, in una – proprio Repesa – era stato allontanato dalla squadra da un lutto familiare. Questa era l’unica partita che in tale situazione non era stata vinta. Ma l’avversaria era proprio Reggio Emilia. Poteva essere un segnale. Fortunatamente non lo è stato. Rossini per prima cosa ha detto a Cancellieri che a lui non avrebbe portato la sedia per gestire i time-out come solitamente si fa con il capo allenatore. Fioretti è stato il primo a ridere smorzando ancora la tensione.
La vittoria in semifinale è stata decisamente il simbolo di un successo di squadra. In sede di bilancio pochissimi hanno notato che l’Olimpia era senza Kruno Simon, il giocatore offensivamente creativo. Nessuno ha negato che il roster potesse far fronte a questa assenza ma era nondimeno un’assenza grave per la tipologia di giocatore che è Simon. Anche da un punto di vista tattico, il quintetto “piccolo” con Milan Macvan da “5″ è meno utilizzabile in assenza di Simon perché obbliga Rakim Sanders a giocare quasi esclusivamente sul perimetro lasciando solo Davide Pascolo da “4″.
“Ba-che-ca”. Bacheca è la parola che Jasmin Repesa non conosceva. La parola che scoprì un anno fa prima della Coppa Italia quando gli fecero notare che quel trofeo nella bacheca dell’Olimpia mancava da venti anni. Pur essendo in Italia da tanti anni, al punto da sentirsi a casa propria, quel termine gli era sfuggito. Cos’è una bacheca? Adesso lo sa, adesso sa cos’è una bacheca. “La bacheca è bella piena, no?” diceva domenica sera al primo piano del Savoia Hotel del lungomare di Rimini per la cena della vittoria, una cena interrotta solo dal Capitano Andrea Cinciarini in un discorso emotivo, che Fioretti ha tradotto in inglese per tutti. “E’ stata la vittoria di tutti, degli allenatori che guardano le partite la notte, di chi lavora nell’ufficio, dei medici, fisioterapisti, di tutta la società e noi che siamo stati bravi, nei momenti difficili, a difendere e passarci la palla”. Ad esempio, i medici hanno lavorato attorno ad un dito del piede di Mantas Kalnietis che tra il quarto con Brindisi e la semifinale non gli ha permesso di allenarsi e l’ha fatto soffrire. Kalnietis pur dolorante ha segnato il gioco da tre punti che ha chiuso la finale.
E infine l’aneddoto: la sera prima della finale, il Sig. Giorgio Armani ha deciso di venire a Rimini per sostenere i ragazzi. Raramente assiste alle gare esterne ma a Rimini ha voluto esserci e siccome è arrivato in anticipo sulla palla a due, ha fatto un’altra cosa inusuale. E’ andato in spogliatoio. Nessun “pep talk”, niente raccomandazioni. Ha percorso lo spogliatoio, ha stretto la mano a tutti i giocatori, si è soffermato solo un attimo con Kruno Simon per sincerararsi del recupero. Poi è stato la solita presenza vicina fisicamente e regale nell’assistere impassabile ad un crogiulo di emozioni terminato con la Coppa alzata al cielo.