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Montegranaro vuole rifarsi dopo il derby. Siena per raggiungere una migliore posizione play off

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Quella di domenica sera sarà l’ultima gara casalinga per la Sutor, la seconda consecutiva a Porto San Giorgio. Nelle Marche arriveranno i campioni uscenti di Siena, una delle rivali più ‘odiate’ dai tifosi gialloblù, che sono da sempre stati una vera bestia nera per i veregrensi. 

La società per l’occasione ha deciso di venire in contro agli appassionati della palla a spicchi abbassando i prezzi, in modo da avere il pienone e andare in vacanza con speranze rinnovate per il futuro.

 

I numeri parlano chiaro, nei quindici precedenti nella massima serie, la Mens Sana si è imposta per ben quattordici volte. L’unica vittoria per Montegranaro risale al 20 Gennaio 2008, e attualmente la striscia di vittorie consecutive è arrivata ad 11.

Gli ex dell’incontro sono tre. Ma il più importante è senz’altro colui che siede sulla panchina della Sutor: Coach Recalcati. Fu lui a vincere il primo scudetto della storia senese nella stagione 2003/04. Nell’altra panchina, invece, troviamo lo storico preparatore atletico veregrense Giustino Danesi. Mentre l’unico giocatore ad aver vestito entrambe le maglie è Luca Lechtahler che ha disputato due stagioni nelle Marche: nel 2007/08 e 2009/10.

In settimana non si è allenato Burns per il problema muscolare e alla caviglia riportato domenica scorsa, oltre ai soliti acciacchi per Slay e Di Bella che comunque saranno della gara. Per Siena tutti abili e arruolati.

 

Ecco le parole del vice di Recalcati, Stefano Vanoncini che ha presentato alla stampa la gara di domani:

“Ci avviciniamo all‘ultima partita casalinga con una gran voglia di lasciare un buon ricordo. I ragazzi sono stati piacevolmente investiti dall’entusiasmo del PalaSavelli domenica scorsa, è rimasto certamente l’amaro in bocca per non aver vinto, ma lo spettacolo credo sia stato divertente e piacevole. Abbiamo tutta la volontà di lasciare il pubblico con una vittoria, l’unico ostacolo è che giochiamo con una delle squadre più forti in Italia. Siena si sta preparando con grande puntigliosità per essere al meglio ai playoff, sta provando un nuovo assetto, ha appena inserito un americano e dovrà stravolgere il roster per rispettare le regole sul numero di stranieri. Stanno valutando, possono scegliere se escludere un americano, o addirittura tre comunitari, accorciando di conseguenza le rotazioni. In ogni caso le loro ultime prestazioni dicono che stanno lavorando duramente per arrivare al meglio ai playoff. La squadra di Banchi fa del contropiede il suo punto di forza, noi dobbiamo fare attenzione sotto quest’aspetto: se fossimo in grande condizione, sarebbe un bel guanto di sfida da raccogliere, ma viste le caratteristiche della squadra rischiamo di esporci molto come domenica scorsa si è visto. Non vogliamo snaturarci ma avere un minimo di controllo sulla partita e selezionare momenti in cui spingere e altri in cui gestire: giocando sempre e solo in campo aperto rischiamo di fare una corrida”.

“Una squadra come Siena a questo punto non vuole vincere per guadagnare posizioni, ma lo vuole per migliorare fisicamente, e prepararsi mentalmente. La posizione in griglia conta relativamente, loro hanno esperienza e fare calcoli è abbastanza inutile. Ci sono tante partite ai playoff, fisicamente saranno durissimi: quest’anno già dai quarti saranno 7 partite, giocate ogni due giorni, conteranno più di tutto la condizione e la capacità di resettarsi mentalmente dopo ogni gara. Poi arrivare davanti conta meno, la storia dei playoff insegna che bisogna vincere fuori casa, anche chi ha il fattore campo a favore”.

“I ragazzi stanno bene fisicamente, ci siamo allenati bene in settimana, conservando un po’ come sempre Slay e Di Bella, che stanno facendo i soliti sacrifici. Il problema però c’è e riguarda Burns: domenica si è immolato, prima ha avuto dei guai muscolari poi gli si è anche girata la caviglia durante la partita. Non si è allenato, con lui stiamo navigando a vista, non sappiamo ancora se sarà disponibile”.  

“E’ stata un’annata per me esaltante. Sono molto legato alla Sutor e al territorio, perciò sentire di aver fatto parte di un progetto e aver dato una mano in un momento societario difficile, è una soddisfazione. Per uno che fa questo lavoro poi, assistere Recalcati è un sogno che per me è diventato realtà. Ha avuto fiducia nei suoi assistenti, ci ha fatto lavorare molto negli allenamenti; per come lo conoscevo, sapevo che lui è abituato a gestire molto le risorse umane, capisce con chi ha a che fare, durante l’anno sviluppa la conoscenza, per poi far mettere un mattone a ognuno. E’ uno dei pilastri di un capo allenatore, saper allocare le sue risorse, e già scegliere chi deve fare cosa è un modo di allenare. La fortuna è che su molto cose ci siamo intesi con uno sguardo: un po’ deriva dalla sua esperienza, un po’ dal fatto che da molto sono assistente, e una delle cose su cui ho lavorato, è cercare di essere flessibili a seconda delle persone con cui interagisco e mettermi sempre a disposizione”.