Solo una squadra in campo a Padru (OT), dove la Dinamo Sassari per lunghi tratti dimostra di avere una voglia di giocare decisamente più alta rispetto ai livelli degli Irpini, che vanno sotto anche di 34 punti durante i 40 minuti.
Forse la temperatura elevata dell’impianto di gioco, forse un carico di preparazione differente, hanno creato una partita a senso unico nella seconda sfida stagionale fra Sassari e Avellino, dove i Sardi, non hanno abbassato la guardia per un solo secondo dell’incontro, chiudendo di fatto la partita con 15 minuti di anticipo. Sacripanti concede tanto riposo a Ragland e Thomas nella sseconda parte di gara, mentre Pasquini trova la prima presenza di Lydeka, ma anche una costanza difensiva da applausi, che fa la differenza nei primi 20 minuti e indirizza la gara.
La cronaca:
Nuova sfida fra i biancoblu e i Campani, con i padroni di casa che aggiungono alle rotazioni Lydeka, assente nelle prime due uscite stagionali.
Il copione del primo quarto sembra chiaro, Sassari attacca spesso il ferro, con Jhonson Odom che prova spesso ad accelerare il ritmo, provando a creare un vantaggio con la propria velocità di esecuzione, contrapposta alla superiorità fisica di Cantù, che con Leunen si mantiene a contatto nel primo quarto.
La Scandone aggiusta la regia con Green, che riesce a trovare il modo di punire gli show difenisvi alti di Sassari, mentre Pasquini opta per la staffetta J.Odom Stipcevic, ma la Dinamo trova una maggiore risposta positiva da Martin in post basso, che dagli esterni, con il primo quarto archiviato sul 19-14 Sassari.
La squadra di Pasquini non riesce a costruire con scioltezza in attacco, ma compensa egregiamente in difesa, dove blocca le risorse offensive della Scandone e canestro dopo canestro, sempre grazie ai lunghi, costruisce anche il +11 prima, costringendo Sacripanti al time out e il +15 poi.
Le rotazioni dalle panchine premiano ancora a Sassari, che sfrutta la maggiore fisicità fra gli esterni su Green e Ragland oltre il play aggiunto Savanovic; Lacey raccoglie gli applausi di Padru con una finta che manda Randolph letteralmente fuori dal campo e una bella Dinamo chiude il secondo quarto a +17 41-24.
Avellino rimane negli spogliatoi dopo la pausa lunga, Sassari ne approfitta nel migliore dei modi e con tante soluzioni in attacco, scava il +23, con la tripla di J.Odom che costringe Sacripanti al time out.
Il minuto di sospensione non serve a niente per la Scandone, Sassari corre al doppio della velocità e difende con un’intensità completamente diversa; le uscite dai blocchi degli uomini di Pasquini dimostrano anche una migliore condizione atletica e la panchina biancoblu, scava un solco che vale anche il +32, mentre Green e soci, pensano solo ad eseguire degli schemi in attacco senza trovare delle motivazioni valide per chiudere le maglie nella propria metà campo, trovando solo un lampo in chiusura di quarto, archiviato sul 71-41.
Non cambia il copione all’inizio dell’ultimo quarto, con gli ultimi 10 minuti che si tramutano in un lungo garbage time, che mette ancora più in luce la bella difesa di Sassari, la semplicità di esecuzione dei movimenti di Savanovic e la voglia di chiudere la gara da parte degli uomini di Sacripanti.
Si chiude 79-53