Michele Vitali: “Periodo pieno di emozioni. A Tokyo con umiltà, ma con la voglia matta di Belgrado”
Michele Vitali, nuova guardia dell’Umana Reyer Venezia, sarà impegnato con la Nazionale Italbasket ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020.
Il giocatore nativo di Bologna è stato intervistato da Il Gazzettino edizione di Venezia sulle Olimpiadi in arrivo e sulla prossima avventura in orogranata nella prossima stagione. Un estratto delle sue dichiarazioni.
“E’ un periodo pieno di emozioni, faccio ancora fatica a metabolizzare quello che sto vivendo. Anche perchè dopo l’impresa di Belgrado mi sono sposato a Bologna (con Carlotta) e poi di nuovo con la Nazionale a Roma per preparare questa Olimpiade. Ho un po’ iniziato a capire cosa abbiamo realizzato l’altro giorno quando ci hanno consegnato il materiale olimpico. Vedere quei cinque cerchi mi ha messo i brividi. Sono state due settimane di emozioni fortissime, una più bella dell’altra.”
Grande segno di unità a Belgrado.
“Gruppo coeso, prima del PreOlimpico non abbiamo mai disputato una partita assieme anche perchè l’unica che avremmo dovuto giocare, col Venezuela, è stata annullata. In campo però ognuno ha cercato di dare il proprio contributo per la vittoria della squadra, le nostre sensazioni e la voglia che avevamo ci dicevano che potevamo vincere il Torneo. Non contava chi segnava ma quello che ciascuno riusciva a fare per il gruppo che fosse una difesa, un rimbalzo, un extra-pass. Avevamo chiaro l’obiettivo.”
Come si aspetta dall’Olimpiade.
“Ora ho la fortuna di poterla giocare, è un traguardo che mi riempie d’orgoglio. Quella del 2004? Pensare che adesso tocca a noi è un orgoglio. Con quale spirito a Tokyo? Con umiltà ma la fame di provare a compiere qualcosa di veramente importante. Quindi umili ma la voglia matta che ci ha contraddistinto anche a Belgrado per provare a conquistare qualcosa di storico. Concentriamoci sulla prima partita, diamo tutto senza avere rammarico e poi pensiamo a quella dopo.”
Giocare all’estero (Michele Vitali ha giocato al Morabanc Andorra e nell’ultima annata al Brose Bamberg in Germania).
“Aiuta, senz’altro anche a livello mentale. Devi uscire dalla comfort zone italiana, ambientarti rapidamente e adattarti a situazioni e modi di pensare diversi da quelli con cui convivi a casa. Giochi da straniero. Personalmente mi ha arricchito come uomo e come atleta.”
Poi, l’Umana Reyer Venezia.
“E’ stata una scelta facile, fin da quando ho parlato con coach De Raffaele che mi ha spiegato idee ed obiettivi: voglia, spirito, lotta, migliorarsi, La Reyer in questi anni ha dimostrato di essere un club di altissimo livello in campionato ed Europa.”