Michael Bramos, guardia-ala capitano dell’Umana Reyer Venezia, ha rilasciato una lunga intervista per l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport sul rapporto speciale che ha costruito negli anni con la città e con la società orogranata.
Michael Bramos è alla Reyer ufficialmente dal 28 agosto 2015 e con i colori orogranata ha vinto sino ad ora due Scudetti (2017 e 2019), la FIBA Europe Cup (2018) e la Coppa Italia (2020). E’ insieme a Julyan Stone e Stefano Tonut il simbolo di questi anni dorati dell’epopea Reyer.
Il giocatore, originario del Michigan e naturalizzato greco, è oltretutto il recordman societario in quasi tutti i rilievi statistici, dal numero di presenze nei playoff, alle triple andate a segno.
Michael Bramos, che nella NBA Summer League 2014 subì un serio infortunio al piede sinistro, mostra eterna riconoscenza all’Umana Reyer per averlo firmato nell’estate 2015.
“Da parte mia provo una profonda gratitudine. Sono arrivato qui da un brutto infortunio e ho trovato un club che ha sempre creduto in me. Insieme abbiamo raggiunto grandi obiettivi. Sono orgoglioso di ricordare dov’era la Reyer quando sono arrivato e della crescita che ha fatto. Per me e la mia famiglia Venezia è un posto fantastico in cui vivere. Il supporto che sento dai tifosi è qualcosa di speciale. La Reyer ha una grande organizzazione e mi riferisco a tutti: dal presidente allo staff, alla squadra, fino a chi lavora dietro le quinte. Un club che valorizza il lato umano delle persone”
Su come si senta con la sua famiglia nella città lagunare, Michael Bramos non fa misteri.
“Venezia è unica, magica, regina. Mi piace sentir parlare veneziano, specie quando i tifosi dicono “daghea al grego da tre”. Mi piace andare alla Misericordia, un posto meraviglioso dove si percepisce la storia quando sei dentro.”
Sulla lotta per lo scudetto 2021.
“Milano e Bologna sono senza dubbio le favorite, entrambe hanno un roster di altissimo livello e grande profondità. Come però ha dimostrato il passato ci sono molte cose che contribuiscono alla vittoria: la forma fisica, gli abbinamenti playoff e la salute dei giocatori. Come ogni anno avremo fame di dare il meglio di noi stessi nel momento più importante, stiamo lavorando per questo”
Sugli scudetti vinti.
“Ora non ci penso più di tanto, me li godrò di più quando smetterò. Il primo, vinto a Trento nel 2017, probabilmente è stato il più bello perché abbiamo realizzato che vincere è possibile e quando lo fai diventa un desiderio permanente.”
E sul suo futuro (Bramos è classe 1987)…
“Non posso prevederlo, ma qui sono felice, spero che Venezia sia l’ultima squadra della mia carriera”.