Marquez Haynes è stato capitano dell’Umana Reyer nella stagione dello scudetto 2019. In orogranata ha vinto due tricolori e una FIBA Europe Cup disputando 194 partite e diventando il secondo miglior assist-man di sempre. In vista di gara 3 (mercoledì 2 giugno ore 21.00) abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche chiacchiera e parlare della sua amata Reyer.
Attualmente Quez è impegnato nel suo progetto imprenditoriale in America, in particolare nella sua Irving, in Texas.
Quez, per l’ennesima volta un’altra stagione si concluderà a giugno…
Reyer ha disputato sei semifinali consecutive, è una cosa straordinaria. E’ un’eredità di questo progetto, una cultura vincente che è iniziata ancor prima di me, quando il Club ha inserito giocatori come Tomas Ress e Michael Bramos che hanno creato le fondamenta delle vittorie. Quando sono arrivato in orogranata, nel 2017, abbiamo concretizzato il lavoro insieme al Club è allo staff tecnico. In quella squadra c’erano Tyrus McGee, Melvin Ejim, Jamelle Hagins, Ben Ortner… giocatori di spessore tecnico e morale che hanno contribuito alla creazione di mentalità vincente.
Ora alla Reyer c’è un gruppo di lavoro meraviglioso, è fantastico vedere che questi ragazzi stanno portando avanti ciò che abbiamo cominciato. E spero con tutto il cuore che il Club possa continuare a crescere, son sicuro che non c’è appagamento, ma ancora fame e voglia di consolidarsi a un livello sempre migliore.
La Reyer è una grande società perché ha stabilità che deriva dal top management. In tutte le aziende ciò che succede è il risultato di programmazione e organizzazione dall’alto, dalla scelta delle persone e dai messaggi che riescono a trasmettere. Brugnaro, Casarin e De Raffaele in questi anni hanno creato equilibrio e stabilità nell’ambiente Reyer e questo è importante per qualsiasi giocatore.
Ci sono ancora molti giocatori che conosci bene in squadra.
Guardando alla squadra attuale devo dire che sono particolarmente orgoglioso per Stefano Tonut che leggo possa diventare l’MVP del campionato. Sarebbe straordinario. Si vede che ha aumentato la fiducia in se stesso, aspettava questo momento da tempo ed ora è un giocatore che ha grande responsabilità in squadra. Sono davvero molto orgoglioso e convinto che migliorerà ancora. Sarà l’icona per la prossima generazione di giocatori italiani.
Ora alla squadra manca Bramos, e fidatevi che è tanta roba. E’ il capitano, una roccia e una certezza per la squadra. In campo sembra sempre poco emotivo, ma quando c’è necessità lui c’è sempre, specie nei momenti decisivi. E’ quasi impossibile da sostituire, non è solo una questione di abilità tecniche o fisiche, magari puoi trovare qualcuno simile tecnicamente, ma la sua mentalità e la sua durezza sono rarissime. E’ qualcosa che si nota poco, ma sono qualità che ti portano a vincere, e i tiri decisivi non li sbaglia mai.
Una cosa che mi fa sentire molto tranquillo è sapere che c’è comunque Walter a gestire la squadra. Insieme abbiamo attraversato tanti momenti duri, ma lui è sempre riuscito a trovare una chiave, perché c’è sempre una soluzione. Walter ha fatto un grande lavoro nel continuare a cercare soluzioni e cavalcare le opzioni giuste. Ci si chiede sempre se avremmo successo o no, ma la domanda vera è: quando avremo successo? Io avrò sempre fiducia in Walter, troverà sempre la soluzione finale.
Non si può pensare che la squadra vinca ogni anno uno scudetto o un titolo, guardando a questa stagione disgraziata per il Covid e gli infortuni, ad esempio, bisogna accettare le situazioni che non puoi controllare. Non significa rinunciare al successo, perché sono certo che la Reyer scenderà in campo con la determinazione per vincere, ma essere consapevoli che capitano stagioni tormentate dal punto di vista della salute dei giocatori, fa parte del gioco.
Secondo te l’Umana Reyer ce la può fare?
Ribaltare la serie con Milano sarà difficile. Milano è una squadra straordinaria e secondo me ancora più affamata dopo le Final Four di Eurolega. La Reyer deve rendere la partita un “ugly game”, deve diventare una partita dominata dalle difese, una battaglia a basso punteggio e con pochi possessi. Milano ha grande talento e tutti i giocatori lo mettono a disposizione della squadra, perciò la Reyer deve concedere loro meno opportunità, abbassando il numero dei possessi e il ritmo, mettendo in campo tanta fisicità senza aver paura di spendere falli. Bisogna cercare di togliere un po’ di fiducia a Milano, vincendo la lotta a rimbalzo e perdendo meno palloni di loro.
Se la Reyer vince gara 3 la storia si fa interessante…
Quando tornerai a Venezia?
Voglio tornare, non so ancora quando, appena la situazione migliora definitivamente verrò a trovarvi tutti. Sempre forza Reyer!
Ufficio Stampa Reyer Venezia