Luigi Brugnaro: “Reyer in EuroLeague? Mai dire mai. Nuovo palasport entro 3 anni. Un altro scudetto arriverà.”
Luigi Brugnaro, patron dell’Umana Reyer Venezia e sindaco della città di Venezia ha rilasciato un’intervista fiume a Vincenzo Di Schiavi per Time-Out, inserto settimanale di La Gazzetta dello Sport.
Tanti gli argomenti trattati: la questione del nuovo palasport, quando la sua Umana Reyer disputerà EuroLeague, su Federico Casarin, la questione italiani con Stefano Tonut…
Struttura.
Adesso, nella nostra galassia, oltre a quelle del comprensorio orbitano società di Treviso, Trieste, Padova, Pordenone, Chiusi in provincia di Siena e del Torinese. Noi offriamo un supporto strutturale che società dilettantistiche non possono avere e in alcuni casi anche economico. L’idea è quella di una trasversalità che vada oltre le rivalità sportive a beneficio di 7000 ragazzi, che sono il cuore pulsante del progetto, ma c’è dell’altro. Per esempio la certificazione etica, un’idea di totale trasparenza per dare alle famiglie la possibilità di verificare l’ambiente in cui il proprio figlio fa sport. Noi vogliamo attirare i ragazzi in un contesto sportivo sano in cui vige la meritocrazia: il rispetto dei compagni te lo guadagni in campo sacrificandoti, imparando a vincere, a perdere e a rialzarti. L’ambizione non è quella di produrre campioni ma di fare di quei settemila ragazzi dei cittadini. Lo sport come veicolo educativo, questo è il senso.
L’annosa questione palasport.
“A Venezia permane il problema del palasport e dello stadio. Noi abbiamo investito tanto sul Taliercio e continueremo a farlo ma, come gruppo privato, siamo anche proprietari di un terrreno su cui vogliamo costruire una nuova struttura che al contribuente non costerà nulla. Da quando sono sindaco mi sono spogliato di ogni carica che avevo nel club, ora gestito da un trust che deve presentare un progetto al consiglio comunale. Spero lo faccia entro l’estate, i tempi di realizzazione invece, visti i tanti vincoli, non sono facilmente deducibili. Nel frattempo come amministrazione comunale stiamo investendo nell’impiantistica di base.”
Il presidente di Milano, Livio Proli, ha auspicato un futuro in EuroLeague per Venezia. Palasport permettendo…
“Mai dire mai. Intanto faccio i complimenti a Proli e al signor Armani per aver riportato Milano ai vertici in Italia e per la stagione che sta facendo in Eurolega. Per quanto ci riguarda, se si creano le condizioni per crescere anche a livello internazionale, perchè no? Dobbiamo però tenere conto delle esigenze della tifoseria: giocare a Treviso sarebbe praticabile, altrove no. Io però punto a costruire il palasport in tempi rapidi, tre anni al massimo e poi dobbiamo consolidare i progetti: confermarci ad alti livelli, il vivaio, le nostre mille iniziative, la Reyer che sta andando alla grande.”
Sul presidente Federico Casarin.
“Federico è straordinario. Senza di lui, in questo momento, non potrei sostenere la Reyer. E’ un uomo di sport, di basket, un amico. Gli ho affidato la società quando sono diventato sindaco ed è riuscito ad ottenere risultati migliori dei miei.”
Se crede a un altro scudetto.
“Certo che ci credo. Io guardo sempre al futuro. Arriverà, non so quando, ma arriverà.”
Finirà prima l’avventura del Brugnaro sindaco o quella da patron della Reyer?
“Terminerà prima l’avventura da sindaco. Mi candiderò per un secondo mandato e poi stop. La Reyer invece ha bisogno di un supporto finanziario importante e non vedo attorno a me persone che possano o vogliano subentrare.”
Sul quanto le costa il club.
“Tanto. Svariati milioni. L’equivalente di barche, Ferrari e ville. Ma per me la Reyer è puro lusso.”
Come vede la Reyer di quest’anno e la stagione.
“Un bel gruppo, attrezzato e talentuoso. Tutto parte da un allenatore, Walter De Raffaele, su cui abbiamo puntato. Ho investito su di lui, ricevendo più di quello che ho dato. L’obiettivo stagionale resta quello più alto possibile.”
Sulla questione italiani.
“Noi li prendiamo per farli giocare, altrimenti li parcheggiamo purchè vengano utilizzati. Su Stefano Tonut abbiamo fatto un investimento importante e in anni passati ho puntato i piedi perchè avesse spazio. Detto ciò, il protezionismo non paga. Gli italiani devono giocare se meritano, ma bisogna anche avere il coraggio di investire su di loro.”