La nuova rubrica di BasketItaly rivolta alla miglior prestazione di un “perdente” è dedicata al centro della RedOctober Cantù, che sfiora il trentello (maledetti liberi), ma non basta per fermare la conquista dei 2 punti da parte di Venezia in trasferta.
Alla sua quarta stagione italiana, il buon Lawal si ripresenta come una bella copia di quello visto nei suoi primi passi tricolori, quando tramutava in due punti, tutto ciò che veniva scagliato in aria e in area da Jordan Taylor. Da quella stagione capitolina, chiusasi con un secondo posto e una storica finale per la Virtus, ultimo atto ad altissimo livello prima della parabola discendente Romana, sono passati anni e prestazioni altalenanti per il n°31 Nigeriano, vero giramondo del mondo della pallacanestro.
Il ritorno in Italia alla corte di Banchi in quel di Milano, valse uno scudetto, seppur non da protagonista, mentre il bis in maglia Olimpia due stagioni dopo, si è chiuso con un arrivederci dopo poche giornate e la sensazione che quell’esempio fisico delle parole atletismo e verticalità, avesse perso il suo fascino da esercitare sugli amanti del basket moderno.
Lawal ha cercato di sfruttare questa quarta opportunità in LegaA come nuovo trampolino di lancio per la sua carriera e sembra aver riscoperto il gusto dell’aria fresca vicino al ferro, tre schiacciate di fila che lo hanno esaltato e condotto verso una gara da 28 punti, con 9 rimbalzi e 3 stoppate in 28 minuti, ma soprattutto la sensazione che si possa fare molto di più, visto la tante gite in lunetta poco proficue e qualche errore vicino al tabellone.
Insomma, se anche la sirena ha sancito che Cantù ha la necessità di compattarsi come squadra per trovare i due punti nel corso della stagione, Gani Lawal, ha comunque ritrovato il piacere di volare ad altezze concesse a pochi grandi giocatori.
Welcome back Gani.