Cantù sta vivendo una delle stagioni più travagliate della sua storia recente, l’ultimo posto a quattro lunghezze dalla penultima e con solo quattro giornate da giocare mette i brianzoli in una situazione tutt’altro che simpatica.
Cantù non vede la A2 da ben 26 anni più precisamente dalla stagione 1993-1994 quando nel maggio del 94 al Pianella arrivò la matematica retrocessione in A2 dopo trentotto stagioni consecutive fra le migliori d’Italia e dopo un’incredibile stagione iniziata con la partecipazione alla Coppa dei Campioni. Ma quali sono alcuni fattori che Cantù deve necessariamente migliorare se vuole evitare una retrocessione che sembra ormai scritta?
PALLE PERSE
I brianzoli ad oggi viaggiano con una media di 13,6 palle perse a partita, quarti in questa speciale classica. Sicuramente troppe per una squadra che segna pochissimo e ha una media di 77,5 punti a partita. La maggior parte delle volte questi palloni vengono persi in momenti estremamente delicati e in zone estremamente sanguinose. C’è da invertire la rotta assolutamente sotto questo aspetto.
GLI AMERICANI CHE FANNO POCO USA
Contrariamente l’anno scorso dove gli americani, due su tutti Jason Burnell e Kevarrius Hayes, facevano davvero la fortuna della squadra, quest’anno il vero problema sono proprio i giocatori provenienti da oltreoceano. Giocatori talentuosi, è vero, ma che non incidono come dovrebbero nell’economia della squadra.
CANTÙ NON È PIÙ UNA SQUADRA PER GIOVANI
Lo dimostra il fatto che a tenere a galla la barchetta ci stanno pensando i vari Jaime Smith (31) Marteen Leunen (35) Frank Gaines (30) e Ivica Radic (30). Avere giocatori con così tanta esperienza ha i suoi pro e i suoi contro. È tra i contro c’è il fatto che non ci sono tra i giovani giocatori in grado di sostituire, fate eccezione per Procida, i veterani.
PECCHIA DOVE SEI?
Da oggetto del desiderio di mezza LBA a lontano parente del Pecchia che tutti conosciamo. Lo scorso anno le sue scorribande sulla linea di fondo hanno fatto letteralmente ammattire le difese avversarie quest’anno è irriconoscibile. Ci vuole il miglior Pecchia per sperare nella salvezza.
AMMINISTRAZIONE DEL RISULTATO
Spesse volte, in questa stagione, Cantù si è reso protagonista di partite che fino a pochi minuti dalla fine sembravano vinte è che proprio negli ultimi minuti venivano completamente ribaltate dalle avversarie (vedi la sfida contro Trieste e Trento). Calo di concentrazione? La sensazione di aver già vinto la partita con conseguente rilassamento della squadra? Questo non possiamo saperlo ma ci sono quattro partire per invertire questo trend negativo sta tutto nella mani di Bucchi e dei suoi ragazzi.