La chebolletta soffre a rimbalzo (35-25 pro Venezia, con un 22-10 nella seconda metà) e paga pesantemente nelle rotazioni difensive contro l’asse franco-polacco nei ruoli di 4 e 5, che di fatto costringe Trinchieri a rinunciare a Cusin. Quando il tiro da tre abbandona i biancoblu (7/21, ma 2/12 nei secondi 20’), Venezia torna a giocarsela punto a punto, dove si esalta un Rosselli da 10, 5 rimbalzi, 4 assist e ben 9 falli subiti ed un Clark (11 e 3 assist) non ai massimi livelli trova però modo di lasciare il segno con un paio di giocate importanti mentre Cantù si intestardisce oltre misura a forzare dai 6.75 (da oltre l’arco 7 delle ultime 8 conclusioni).
Non bastano i 15 di Tabu (anche 5 assist) e Tyus (5 rimbalzi), né i 13 di Aradori e Leunen (3/5 da tre) e i 12 di Markoishvili (4/11 dal campo) in una sconfitta quanto mai di squadra, dove quello che è sembrato mancare è la comunicazione sui due lati del campo.
Avvio di studio tra le squadre. Cusin e Brooks (8 in soli 13′, limitato dai falli) proteggono bene il ferro, con l’ex Penn State che sfrutta il fisico vicino a canestro. I 7 punti di Diawara svegliano Venezia, ma le due triple di Leunen aprono il campo e la chebolletta prova la prima fuga sul 20-12 dopo 8′. Ancora il francese (11 nel primo quarto) limita i danni sul 17-22 della prima sirena.
Palla ferma in entrambi gli attacchi dopo il mini riposo, ma Cantù guadagna falli e controlla il proprio tabellone, mantenendo un piccolo gruzzolo. Tabu e Aradori colpiscono dall’arco, è ancora Diawara a tenere viva la Reyer, ma il tecnico rimediato dallo stesso francese complica le cose. Tabu capitalizza dai 6.75, firmando il +11 a 3′ dall’intervallo lungo. La fiammata di Clark e i 5 punti in fila di Young, bravi ad attaccare Cusin sui cambi, fermano l’emorragia riportando l’Umana a contatto, 40-44 dopo 20′.
Mazzon apre la seconda metà con Szewczyk da centro e il polacco risponde firmando il -1. Ritmo basso, Cantù si accontenta troppo del tiro da fuori, è Tyus a dargli una dimensione interna. Altro tecnico, stavolta a Mazzon, che fa respirare i biancoblu, ma l’aggressività orogranata impedisce ancora la fuga. A 2′ dalla fine il tap-in del polacco segna il sorpasso su una Cantù contata in piedi, salvata da due perle di Markoishvili prima del “gong” di fine terzo quarto sul 65-64 interno.
Avvio scoppiettante degli ultimi 10′. Tyus sempre presente sotto il ferro, ben trovato da Tabu, Diawara e Szewczyk rispondono per i locali. A 6′ dalla fine Mazzon ripropone defiitivamente il quintetto piccolo e mischia le difese. La tripla di Leunen illude i biancoblu, ma due canestri sotto misura di Szewczyk fissano la parità a 77 con 3′ da giocare. La chebolletta smette di dar palla sotto, sparando a salve da tre e Venezia si presenta avanti allo striscione dell’ultimo chilometro. Il 5° fallo di Tabu e i liberi trasformati da ll’Umana scavano 6 punti di margine, Cantù continua a tirare senza costrutto e la partita se ne va. Finisce 83-79 nel tripudio del Taliercio per un altro scalpo eccellente appeso alla cintura. Venezia dimostra, tardivamente, di essere squadra da Final 8, mentre Cantù mastica amaro per una partita gestita male negli ultimi 5’ dove ha costruito poco e mostrato eccessiva timidezza nell’attaccare il ferro. Partita da dimenticare in fretta per i biancoblu, attesi da un delicato doppio turno casalingo contro Roma e Sassari prima dello stop per la Coppa Italia.
Tabellino:
Umana Reyer Venezia-chebolletta Cantù 83-79 (17-22, 40-44, 65-64)
Umana Reyer Venezia: Clemente ne, Clark 11, Bulleri, Diawara 29, Marconato ne, Szewczyk 21, Young 5, Bowers 5, Rosselli 10, Magro 2, Hubalek, Candussi ne. All. Mazzon
chebolletta Cantù: Abass ne, Scekic ne, Markoishvili 12, Leunen 13, Anderson, Mazzarino 3, Casella ne, Brooks 8, Tyus 15, Tabu 15, Aradori 13, Cusin. All. Trinchieri
Stefano Mocerino
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