La Virtus Roma dura solo 20 minuti. Fortitudo verso la Final Eight con entusiamo grazie ad Aradori e compagni
Si accendono le luci sul 22º turno di campionato con la sfida al PalaDozza tra Fortitudo Bologna e Virtus Roma. Il caldo saluto a Giovanni Pini da parte della Fossa dei Leoni e l’applauso di un palazzetto intero rompono la tensione pre partita a pochi istanti dalla palla a due.
Partenza interpretata meglio dai giallo-rossi allenati da Bucchi. Subito Alibegovic ad aprire le danze con buoni movimenti sotto il tabellone della Pompea. Leggermente addormentato l’avvio dei padroni di casa, con quale disattenzione di troppo sotto canestro e l’inconprensione in ripartenza dalla rimessa. Ci pensano Aradori e Robertson ad invertire le sorti del primo quarto con due triple da antologia della pallacanestro che infiammano gli spalti. Il primo vantaggio però la Fortitudo se lo costruire iniziando a blindare in maniera organica il proprio ferro, trovato troppo facilmente da Alibegovic e Jefferson dal pitturato. Al ruggito di Fantinelli per il gioco da tre punti completato dopo il primo time out risponde Buford su rimessa in attacco, gettando il pallone sul corpo di Aradori e auto-passandosi il pallone per un beffardo terzo tempo che vale un rigore a porta vuota. Recupera quasi completamente lo svantaggio la Virtus Roma in chiusura di quarto. I ragazzi di Bucchi mantengono la calma e battono tatticamente la difesa felsinea con un dai e vai per Alibegovic che insacca senza patemi. Se nel pitturato torna qualche patema per Martino, i suoi ragazzi mantengono di misura la testa avanti in chiusura di quarto grazie alle palle recuperate. Ripartenza forte della Virtus che con Baldasso e Pini rimettono tutto in parità. Si riaffacciano i problemi difensivi per la Pompea. Falle difensive che mostrano un calo di intensità eccessivo per Martino e i suoi. Presegue però il lavoro su palle recuperate e possessi interrotti per i felsinei. Rientro in campo di Henry Sims che ricorda in maniera troppo vivida la sconfitta a Treviso di settimana scorsa. Alibegovic, accoppiato al centro bianco-blu, riesce a fare il suo gioco, a raggiungere il canestro avvesario e limitare le azioni dell’americano in difesa sfruttando anche il raddoppio ordinato da coach Bucchi. Punta tutto sulla precisione dalla distanza Martino e grazie a Leunen mantiene le redini del testa a testa. Pareggio perfetto firmato dal solito Alibegovic con il quale si conclude il primo tempo.
Rientro dal break con assist da manuale di Fantinelli su Sims che non può sbagliare il tap in vincente. Ritrova solidità e grinta la Fortitudo, con un bilanciamento in fase offensiva e una corretta difesa delle vie a canestro. Anche la dea bendata aiuta la Pompea a mantenere un saldo controllo e provare una nuova fuga. Tanta fatica per la Virtus Roma che trova un barlume di speranza nell’evoluzione di Buford. Limitata invece l’incisività di Alibegovic. Sims è nettamente superiore ed al contrario del primo tempo sembra aver trovato la confidenza per essere una macchina inarrestabile. Si sposta l’attenzione dei felsinei dalle palle rubate alla costanza a rimbalzo. Rimane invece sempre di grande qualità la precisione dall’arco. È il gancio brevettato da Mancinelli, sbagliato nel primo tempo, a inaugurare gli ultimi dieci minuti. Ad eccezione del “mistero” sul libero di Kyzlink che causa qualche minuto di indecisione nell’assegnazione del punto (sospetto tocco di Mancinelli nel tentativo di disturbo sul ferro), poco da segnalare nell’avvio della frazione finale. Sono le triple di Robertson a mantenere consistente il vantaggio della Pompea, rispondendo al tentativo di Alibegovic di farsi carico dell’intera squadra e schiacciare in contropiede per ridare la scossa ai compagni. Favoloso assist di Leunen e alley-oop per Aradori che porta tre punti alla causa fortitudina. Con quasi 2 minuti sul cronometro è ormai festa anticipata per la Pompea contro una Virtus Roma pronta a capitolare anzitempo. Thriller nel finale per tifosi e panchina. Fuorviati dall’arrendevolezza dei romani, i ragazzi di Martino mettono troppa generosità agli avversari che strigliati da Bucchi dopo il black out a due minuti dal termine. Finisce 95 a 92.
Salva quantomeno la faccia coach Bucchi da quella che rischiava di esser una bruttissima figura. La “mollezza” della difesa, dimostrata nel recupero offensivo di Fantinelli, rischiava di essere davvero la più brutta istantanea di un match dove la Virtus Roma ha dimostrato di poter fare il suo gioco. Limite dei giallo-rossi la dipendenza da Amar Alibegovic, 24 punti con 63% di realizzazione a cui si aggiungono 7 rimbalzi e 2 assist. Discreta la serata di Jefferson (15 punti e 9 rimbalzi totali), non ancora tornato ai livelli di inizio stagione. Buonissima serata per Martino e i suoi ragazzi. Pur non avendo completamente superato i cali di mentalità, la Pompea ha mostrato contro la Roma di aver fatto uno step di maturazione in più per la risoluzione dei problemi durante i quaranta minuti. Capacità che potrà essere utile a Pesaro contro la Germani Brescia. Sudore freddo finale determinato dall’impressione che Bucchi e i suoi non avessero più energie per provare a restare concentrati. Vittoria costruita nel terzo quarto grazie ai cambiamenti tattici di Martino, utili a liberare Sims. La costanza da tre, iniziata nel momento peggiore per la Fortitudo ha però buttato le basi per i due punti in più conquistati questa sera. 8 Sconfitte consecutive per la Roma che guarderà la Coppa Italia da spettatori, sapendo che al rientro non ci sarà spazio ad errori. Titolo di MVP conquistato da Aradori (26 punti con 73% dal campo e 71% dalla distanza) che batte di misura il compagno Kassius Robertson (22 punti totali per l’americano). Una prestazione di alto livello però da tutto il gruppo bianco-blu.