L’occhio della magistratura contabile su Avellino per vicende legate all’ex main sponsor A.IR.
La Sidigas Felice Scandone Avellino finisce nel mirino della Procura della Corte dei Conti e della Guardia di Finanza per una vicenda legata all’azienda a capitale pubblico A.IR. (Autoservizi irpini) controllata dalla Regione Campania, che dal 2003 al 2011 è stata main sponsor del club avellinese. Secondo quanto riportato da quotidiani locali (Ottopagine e il Roma) e testate nazionali (La Gazzetta dello Sport), la società biancoverde in un periodo di difficoltà finanziaria ha potuto godere di un finanziamento dall’azienda pubblica di trasporti, sottoforma di sponsorizzazione. La procura della Corte dei Conti campana ha rilevato un ingente danno: “cagionato per dolo o colpa grave alla pubblica amministrazione”, con provvedimento adottato dal Presidente della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per la Regione Campania di sequestro conservativo di beni e disponibilità finanziarie per 2.700.000 euro, a carico di cinque amministratori succedutisi nella carica, nel periodo oggetto d’indagine. Agli amministratori viene contestata anche una fattura di circa 120 mila euro per il progetto “pro life Scandone” e la fornitura di un pullman super accessoriato e autisti per accompagnare gli atleti ad ogni spostamento. La responsabilità degli amministratori, in questo caso, è ulteriormente aggravata dal fatto di non aver promosso azioni a recupero del credito, se non nel momento in cui era ad essi nota l’inchiesta della Corte dei Conti. L’analisi dei magistrati contabili però è appena gli inizi, e sotto la lente investigativa ci sono gli ultimi 11 anni della società di trasporto e di quella sportiva. La replica del manager dell’A.IR. Costantino Preziosi al quotidiano locale Ottopagine «Fino al 2012 era consentito fare sponsorizzazioni. E a questo aggiungo che siamo stati sempre autorizzati dalla Regione Campania ad utilizzare il marchio dell’Air sulle maglie della squadra di basket della città di Avellino». È la replica del manager dell’Air, Costantino Preziosi, alla bufera che si è abbattuta sulla società e che ha visto l’intervento della procura della Repubblica della Corte dei Conti e della Guardia di Finanza, che questa mattina ha operato un sequestro conservativo di beni per equivalente pari a 2,7 milioni di euro. Preziosi si dice fiducioso anche perché «non c’era nessuna legge che ci vietava di farlo», aggiunge, dicendosi fiducioso nella magistratura.
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