I due americani di Milano parlano a ruota libera sull’edizione odierna della Gazzetta Dello Sport, commentando la storica vittoria del ventiseiesimo scudetto milanese.
“Sono felice per quello che ho fatto in gara 1 e in gara 5”, dice Jerrels, “Gentile è stato il nostro faro in attacco, Samuels ha dato energia sotto canestro, E poi ci sono le triple di Melli, quelle di Kangur, il finale di Hackett in gara-7. Dai, sarò anche ripetitivo, ma questa è stata l a vittoria del gruppo”
Poi quel tiro di gara-6 sulla sirena. C’è chi gli mostra la foto dell’attimo fuggente. E lui quasi si commuove: «Ci siamo detti qualcosa con Ale (Gentile, ndr) che stava facendo una grande partita, ma sono andato avanti io che non avevo fatto granchè fino a quel momento. Quel tiro è anche figlio della fiducia e del coraggio che il nostro allenatore ci trasmette e che pretende da noi”
Inevitabile parlare del futuro “A Milano mi trovo benissimo, è stata una stagione dura ma esaltante. La mia speranza è di rimanere qui”. Quando gli si chiede l’immagine che meglio di tutte rappresenta la stagione, tira fuori il cellulare e mostra una costruzione fotografica fatta da un tifoso “in cui stiamo tutti facendo un gesto tecnico che ci caratterizza. Questa foto mi dà l’idea di una famiglia. E ora noi siamo una grande famiglia”
Punta tanto sul gruppo anche il leader difensivo Moss: “«Perché è quello che ha fatto qualcosa di storico, riportando lo scudetto a Milano dopo 18 anni. Dietro c’è un po’ di fortuna e tanto lavoro. Per me questo è un titolo speciale. L’emozione che ho provato non riesco ancora a descriverla. A Siena abbiamo costruito un ciclo vincente sempre con lo stesso nucleo . Esistono dinamiche che non mi permetto di valutare perchè non rientrano nelle mie competenze ma sarebbe molto utile ripartire dal gruppo che ha vinto questo scudetto. Il mio futuro è qui. Creare un ciclo è il primo motivo che mi ha spinto ad accettare la proposta di Milano. Abbiamo tutto per vincere: una società solida e ambiziosa, l’allenatore giusto e dei giocatori che tengono a questa maglia. Se penso a come si è commosso Langford, uno che ha già vinto in Europa, per il suo primo titolo in Italia mi vengono i brividi. Quando Siena ha vinto gara-4 ho avuto brutti pensieri. Non so cosa sarebbe potuto succedere in caso di sconfitta. Io la pressione non la sento granché. Ho una mia regola: se dai tutto, sempre, i risultati prima o poi ti premiano. In questa finale abbiamo buttato in campo tutta l’energia che avevamo in corpo. Di più non potevamo fare e anche in caso di sconfitta non avremmo dovuto farne un dramma”