Dopo la sconfitta in gara2 si sognava la rimonta e rimonta è stata. Davanti agli occhi del presidente del Coni Malagò e di Andrea Bargnani, Cantù espugna meritatamente in gara5 Roma per 77-66 e passa a condurre 3-2 nella serie. Roma paga un Datome non al 100% per un problema alla caviglia e a dimostralo sono anche i freddi numeri: 6 punti con 3/14 dal campo.
Non si pensi però che la sconfitta sia da addebitare esclusivamente all’ala sarda: è l’intera squadra a sembrare a corto di energie come dimostra il 25/69 al tiro e il 10/20 ai liberi. Cantù dal canto suo non sfodera la partita dell’anno ma riesce comunque ad avere la meglio grazie ad una maggiore profondità della panchina e ad una conseguente freschezza fisica. Aradori è top scorer con 18 punti e 5 assists (ma con 5/14 totale) ma decisivi sono i 13 punti di un Leunen in ombra nei primi 20’ ma chirurgico alla fine. Ora il ritorno ancora al Pianella per gara6 con l’obiettivo di chiudere la serie da una parte e di riaprirla dall’altra.
La cronaca
Calvani parte con Taylor, Goss, Datome, Jones e Lawal, Trinchieri risponde con Ragland, Aradori, Brooks, Leunen e Tyus. L’inizio è la fotocopia di quelli visti nei precedenti atti della serie: Roma in difesa è molle, Cantù ispirata da Aradori in attacco è chirurgica ed è così che viene scritto il 2-10 al 3’. Il timeout a cui è obbligato Calvani dà la scossa: con Taylor sugli scudi i padroni di casa infatti accorciano fino al -5 (12-17 al 5’). Un antisportivo a Scekic propizia il -1 grazie ad un libero di Taylor (18-19), poi un altro libero, questa volta di Czyz, dà il pareggio proprio sul finale di primo quarto (19-19 al 10’). Roma mette la freccia con una schiacciata di Lawal (21-19 al 11’) ma subito Cantù con Tyus firma il controsorpasso sul 24-25 al 14’. Roma sbaglia tiri facili (concluderà il primo tempo con un orribile 12/37 totale dal campo), gli ospiti così ne approfittano e vanno sul +6 (29-35 al 17’). Solo sul finale di secondo quarto Taylor con una tripla prova ad accorciare 33-36 ma un canestro di Ragland porta le squadre al riposo lungo sul 33-38.
Al ritorno dagli spogliatoi due triple di Leunen fino a quel momento silente regalano ai suoi il +9 (35-44 al 23’) e complice una Virtus visibilmente sulle gambe e un tecnico fischiato a Jones il gap si allarga a 13 punti (35-48 al 25’). Roma prova a ricucire immediatamente e torna con Jones (tripla), Lawal e Taylor anche sul -6 (44-50) ma una tripla di Tabu riporta Cantù sul + 9 (44-53 al 30’). L’inizio di ultima frazione è un festival delle triple: le bombe di Lorant, Mazzarino e Goss scrivono il 50-56 al 33’. Brooks in acrobazia regala nuovamente la doppia cifra di vantaggio ai suoi (50-60 al 35’). La Virtus prova a rientrare con Goss e Datome, ma le triple di Leunen e Ragland che scrivono il +11 (57-68) a 3’ dalla fine sono colpi mortali. Gli ultimi 120” diventano infatti una lunga agonia per i capitolini che escono comunque tra gli applausi del pubblico. 66-77 il finale.
I tabellini
ACEA VIRTUS ROMA – LENOVO CANTÙ 66-77
Acea Virtus Roma: Goss 14, Jones 13, Tambone n.e., Gorrieri n.e., Tonolli n.e., D’Ercole, Datome 6, Bailey, Taylor 14, Lawal 11, Czyz 5, Lorant 3. Coach: Marco Calvani.
Lenovo Cantù: Abass n.e., Scekic 7, Smith n.e., Leunen 13, Mazzarino 8, Brooks 6, Tyus 10, Tabu 6, Ragland 9, Aradori 18, Cusin, Mancinelli. Coach: Andrea Trinchieri
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